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PITTORI: Lorenzo Mattielli

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

LORENZO MATTIELLI

1754

Dresda, chiesa della Santissima Trinità

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

All'interno della chiesa cattolica della Santissima Trinità di Dresda si scopre questa statua che raffigura sant'Agostino. Il santo è ritto in piedi ed è avvolto da fastosi e ingombranti vestiti tipici della sua dignità episcopale. Non porta tuttavia in testa la mitra, né si vede il bastone pastorale. Agostino è completamente calvo ma con una densa barba che gli scende fino al petto. Il volto rivela una età abbastanza avanzata e nello stesso tempo uno sguardo profondo e dolce.

Con la mano sinistra rivolta verso l'alto indica, usando l'indice, qualcosa a chi lo sta osservando, quasi un invito a seguire il suo suggerimento.

 

La cattedrale della Santissima Trinità di Dresda è conosciuta anche con il nome di Katholische Hofkirche e fu progettata dall'architetto italiano Gaetano Chiaveri (1689-1770), che il principe Federico Augusto II aveva incontrato a Varsavia per il tramite dei Gesuiti. Gaetano Chiaveri e li suoi due capisquadra Francesco Placidi e Antonio Zucchi non parlavano tedesco e trovarono scarso aiuto da parte degli architetti sassoni. L'edificio costituisce la più grande chiesa della Sassonia e una delle ultime e più grandi edifici del barocco romano. Ubicata nel centro di Dresda, in origine era una semplice chiesa parrocchiale, che venne elevata a cattedrale della diocesi di Dresda-Meißen nel 1964. Solo dal 1980 ha il titolo di Cattedrale della Santissima Trinità. Rappresenta uno dei simboli di Dresda.

La chiesa fu voluta dal principe elettore di Sassonia e re di Polonia Federico Augusto II e fu costruita tra il 1738 e il 1751. Nel 1751, la chiesa fu consacrata, ma i lavori proseguirono fino al 1754. Nella cripta è sepolto il cuore del re di Polonia Augusto il Forte, l'ultimo re di Sassonia e altri 49 membri della casata di Wettin con i relativi consorti, come la principessa Maria Carolina di Savoia, moglie di Antonio di Sassonia.  Custodisce l'ultimo e il più grande organo di Gottfried Silbermann.

L'edificio in stile barocco è caratterizzato all'esterno una elevata facciata a torre sulle cui balaustre si trovano ben 78 statue, realizzate dagli scultori di Dresda Paul e Jakob Mayer e dallo scultore vicentino Lorenzo Mattielli (1688-1748), che ne curò anche l'impostazione. All'interno la navata centrale è cinta da un deambulatorio in quanto, essendo Dresda una città protestante, le liturgie processionali cattoliche dovevano svolgersi all'interno della chiesa. Progettata come cappella palatina, la chiesa è sempre stata collegata al palazzo reale con un passaggio.

 

 

Lorenzo Mattielli

Nato a Vicenza nel 1687 Mattielli operò prevalentemente in Europa. Dopo un periodo di formazione sotto la guida dello scultore Orazio Marinali, nel 1711 entrò nel gruppo di scultori della corte di Vienna grazie all'influenza della principessa Amalia Guglielmina di Brunswick e Lüneburg, consorte dell'imperatore Giuseppe I. A Vienna lavorò a lungo e di lui si ricordano l'arredo scultoreo dell'Hofburg, le Quattro fatiche di Ercole all'ingresso della cancelleria imperiale nel castello, i bassorilievi del portale del Palazzo d'Inverno del Principe Eugenio, il Palazzo Schwarzenberg, la Zeughaus dei pompieri sulla piazza Am Hof, la Chiesa di San Carlo Borromeo e il Castello di Thürnthal. Nel 1714 ottenne l'incarico di scultore di corte.

Nel 1738 Mattielli fu chiamato a Dresda dal principe elettore Fedrico Augusto II di Sassonia per "occuparsi delle antiche e moderne statue". Nell'ottobre dell'anno successivo, come primo scultore reale di corte, ebbe l'incarico di impostare 78 statue della cattedrale cattolica cittadina, ancora oggi ben conservate. Nel periodo in cui soggiornò a Dresda, lavorò dal 1741 al 1746 nel giardino barocco del Palazzo Brühl-Marcolini alla fontana di Nettuno, che può essere considerata il suo capolavoro,

Mattielli morì nel 1748 a Dresda e la sua salma fu inumata nell'antico cimitero cattolico cittadino.