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PITTORI: Giustino Menescardi

Agostino conculca le eresie di Giustino Menescardi

Agostino conculca le eresie

 

 

GIUSTINO MENESCARDI

1720-1776

Venezia, Chiesa di santo Stefano

 

Agostino conculca le eresie

 

 

 

Menescardi ci offre in questa tela una grandiosa scenografia che vede come elemento centrale dell'episodio narrato la figura di sant'Agostino. Più precisamente qui il santo compare nelle vesti di grande polemista, di colui cioè che a cavallo del IV e V secolo si impegnò assiduamente a combattere le eresie che sorgevano nell'ambito della Chiesa cristiana.

La tela che si trova nella chiesa di Santo Stefano a Venezia ci mostra un Agostino che sembra volteggiare sopra una selva di persone che sono sdraiate ai suoi piedi e che alzano le mani come per difendersi dalle sue azioni. Nella mano destra mano il santo ha una penna, simbolo della sua attività di scrittore polemico. nella mano sinistra invece mostra un cuore fiammante, un simbolo iconografico che ha avuto molta fortuna, specialmente nel Settecento, nel contraddistinguere Agostino per il suo grande amore per Dio. Il santo anche in questa circostanza ndossa il saio dei monaci agostiniani,secondo una consuetudine assai diffusa nell'ordine agostiniano, poiché veniva ritenuto il vero fondatore dei monaci agostiniani. Poco discosto un angioletto gli regge il bastone del vescovo.

 

416 Agostino tratta la questione pelagiana

La fine della controversia donatista coincise pressappoco con l'inizio di una nuova disputa teologica che impegnò Agostino fino alla sua morte. L'Africa, dove Pelagio ed il suo discepolo Celestio si erano rifugiati dopo il sacco di Roma da parte di Alarico, era diventata il principale centro di diffusione del movimento pelagiano. Già nel 412 un concilio tenuto a Cartagine aveva condannato i Pelagiani per le loro opinioni sulla dottrina del peccato originale, ma, grazie all'attivismo di Agostino, la condanna dei Pelagiani, che avevano avuto il sopravvento in un sinodo tenuto a Diospolis in Palestina, fu reiterata dai successivi concili tenuti a Cartagine e a Milevi. Un secondo periodo di attivismo pelagiano si sviluppò a Roma; papa Zosimo, dopo essere stato convinto da Agostino, nel 418 pronunciò una solenne condanna contro i Pelagiani.

 

Questi errori ... cercavamo di confutarli ... allo scopo che anche Pelagio, venendone a conoscenza, li correggesse senza essere attaccato personalmente: in tal modo sarebbe stata eliminata la sua funesta dottrina e gli sarebbe stata risparmiata la confusione ... Furono pertanto inviati alla Sede Apostolica dai due Concili di Cartagine e di Milevi rapporti concernenti tale questione prima che arrivassero in mano nostra o nell'Africa i verbali del processo ecclesiastico in cui si afferma che Pelagio si sia giustificato davanti ai vescovi della Palestina.

AGOSTINO, Lettera 186, 2 a Paolino

 

 

Giustino Menescardi

Le notizie riguardanti la sua vita sono scarne. Abbiamo alcune informazioni su suoi lavori che ci provengono da atti di pagamento. Nei carnevali 1756 e 1757 collaborò con Francesco Grassi per le scene del Teatro Ducale e a maggio lavorò per le commedie francesi nel Teatro di Colorno (A. S. Pr. Computisteria borbonica, Fili correnti, b. 931b). Il 28 gennaio 1758 fu retribuito con 704 lire per aver lavorato come pittore figurista e paesista per le opere francesi Zelindor e Gl'Inca in Perù e per il balli de Selvaggi e d'Aci e Galatea (A. S.Pr. Computisteria borbonica, Fili correnti, b. 932).