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PITTORI: Maestro salentino

Gesù dona l'anello a santa Maria Maddalena de' Pazzi alla presenza dei santi Agostino e Caterina da Siena

Gesù dona l'anello a santa Maria Maddalena de' Pazzi alla presenza dei santi Agostino e Caterina da Siena

 

 

MAESTRO SALENTINO

1700-1720

Mesagne, Santuario della Vergine SS. del Carmelo

 

Gesù dona l'anello a santa Maria Maddalena de' Pazzi alla presenza dei santi Agostino e Caterina da Siena

 

 

 

La terza cappella del santuario di Mesagne, la seconda sulla destra entrando, è dedicata a S. Maria Maddalena de' Pazzi. Gli affreschi che circondano questa cappella sono dedicati a S. Rita da Cascia. Nella parte inferiore della cappella è conservata l'urna con la reliquia di S. Ilario. Gli affreschi della cappella descrivono varie scene dedicate alla santa toscana, fra cui questo ovale dove il Cristo offre l'anello a Maria Maddalena.

La santa è ritta in piedi davanti a Cristo e gli porge la mano destra per accettare il dono. Alle sue spalle Agostino la abbraccia e la regge con le sue braccia guardandola direttamente in volto. Il santo indossa l'abito monacale nero del suo ordine e porta in testa l'aureola dei santi. Il suo volto esprime serenità e pacatezza, con gli occhi semisocchiusi e una foltissima barba grigia che gli copre il mento.

Alle spalle di Maddalena notiamo santa Caterina da Siena con in mano un giglio che sembra voler accompagnare la santa verso l'incontro con il Cristo. La scena è infine arricchita dalla presenza di un discreto numero di angioletti che accompagnano lo svolgersi di questo incontro.

Papa Clemente IX stabilì che le celebrazioni per la canonizzazione della santa dovessero svolgersi durante la settimana di Pasqua del 1669. A Firenze ebbero luogo grandi festeggiamenti con campane a festa e fuochi d'artificio. Lo stesso granduca e i magistrati resero omaggio al corpo incorrotto di Maria Maddalena conservato in una teca di vetro nella chiesa di Borgo Pinti.

Caterina de' Pazzi era nata nel 1566 da una famiglia importante del patriziato fiorentino ed aveva trascorso l'infanzia nell'agio e nella ricchezza. Nel 1582 entrò nel convento carmelitano di S. Maria degli Angeli, in Oltrarno, col nome di Maria Maddalena. Manifestò presto la sua predisposizione all'estasi che si rivelavano come «assorbimenti repentini, alienazioni totali dal mondo circostante, danze, corse, agitazioni convulsive o rigidità corporee; e soprattutto lunghissimi eloqui, svolti ad alta voce, con parole veloci o scandite, sommesse o urlate, ininterrotte o intercalate da silenzi contemplativi».

Le sue compagne suore incominciarono a registrare ed a raccogliere le parole che pronunciava in tali rapimenti spirituali. Queste testimonianze sono a tutt'oggi la principale fonte di conoscenza della vita e delle azioni della santa. Suor Maria Pacifica Del Tovaglia, legata a Maria Maddalena fin dall'infanzia,nel 1598 scrisse un "Breve ragguaglio della vita della Santa Madre", nelle cui pagine testimoniava quanto fosse presente in Caterina, fin da bambina, il desiderio di abbracciare la vita religiosa. Maria Maddalena ebbe a dire, a conferma degli scritti di suor Pacifica, che «insino da piccolina hebbi questo lume e sempre è cresciuto, ancor che mai non gli ho voluto dare orecchio». Dopo lunga malattia, Maria Maddalena morì nel 1607 e solo pochi anni dopo ebbe inizio il processo per la sua beatificazione, il che avvenne nel 1626 per opera di papa Urbano VIII.

Il suo confessore Vincenzo Puccini, a due anni dalla morte, pubblicò una "Vita di Maria Maddalena", il primo di una lunga serie di scritti sulla santa che nel corso di tutto il Seicento ebbero una grande diffusione.

La mistica scriveva lettere alle maggiori autorità del tempo, tra cui Maria de' Medici, futura sposa di Enrico IV di Francia, l'arcivescovo di Firenze Alessandro de' Medici, poi papa Leone XI, di cui predisse il pontificato, e papa Sisto V. Le sue lettere esprimono un appassionato desiderio di rinnovare la Chiesa «per amore e con amore» in piena coerenza con il nuovo spirito religioso che stava avanzando dopo il concilio di Trento, convocato nel 1545 per formulare delle risposte agli interrogativi dei riformatori e terminato nel 1563.

 

La Basilica Santuario del Carmine sorge a Mesagne a breve distanza da Brindisi. Edificata nel 1305, su un precedente Santuario ipogeo dedicato a San Michele arcangelo del XII secolo, l'edificio conserva ancora, dopo il tempio di S. Lorenzo, le strutture più antiche fra le chiese di Mesagne.

Nel 1521 venne donata ai Padri Carmelitani. Siccome versava in precarie condizioni i frati, con il concorso dei cittadini di Mesagne, fecero richiesta al papa Leone X e a Carlo V, re di Napoli, di poterla ampliare e ristrutturare. Il viceré del Regno di Napoli diede il suo benestare alla richiesta e il papa, dopo aver verificato le condizioni ambientali e spirituali del luogo, ne autorizzò l'apertura nella primavera del 1521.

Preso possesso della abbazia regia, i Carmelitani procedettero alla costruzione di un loro convento. Nel 1651 la Madonna del Carmelo fu elevata a protettrice di Mesagne, in quanto il clero mesagnese diede esecuzione ad una bolla di Urbano VIII, che dichiarava decaduto il precedente patrono S. Eleuterio. Da allora il culto per la nuova patrona è stato rafforzato dai miracoli che le sono stati accreditati, tra cui uno fra i più importanti fu la preservazione della città dai danni del terremoto del 1743. In quell'occasione, Mesagne subì pochissimi danni e il merito fu attribuito alla Madonna del Carmine. Per ringraziamento ogni anno una solenne processione con la statua lignea settecentesca della Vergine, di scuola veneziana, ricorda lo scampato pericolo.