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Agostino e il bambino sulla spiaggia
MAESTRO MESSICANO
1710-1730
San Luis Potosì, Museo Regionale Potosino
Agostino e il bambino sulla spiaggia
La tela descrive un episodio tanto leggendario quanto famoso che riguarda la figura di Agostino. Secondo quanto raccontano gli scrittori tardo medioevali, Agostino, che nutriva il desiderio di comprendere il mistero della Trinità, un giorno, mentre camminava lungo la riva del mare e rifletteva su questo argomento, si imbatté all'improvviso in un bambino solitario che stava giocando sulla spiaggia. Il bambino aveva fatto un buco nella sabbia e con una piccola conchiglia, dopo averla riempita d'acqua, versava l'acqua nel buco che aveva fatto nella sabbia. Agostino lo vide più volte ripetere la stessa azione di versare l'acqua nel buco.
La scena descritta nel quadro riprende la scena finale quando Agostino gli si avvicinò e gli chiese: "Bambino, cosa stai facendo?" e lui rispose: "Sto cercando di svuotare il mare per riempire questo buco". "Come pensi", gli obiettò Agostino, "di poter svuotare questo immenso mare in questo piccolo buco e con questa piccola tazza?"
Al che il bambino rispose: "E tu, come pensi che questa tua piccola testa possa comprendere l'immensità di Dio?" Detto ciò il bambino scomparve.
Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149). Secondo Roland Kany [Il pensiero trinitario di Agostino] l'episodio, prima che fosse associato esclusivamente ad Agostino, venne utilizzato in modo simile anche con altri teologi. Secondo Kany il legame con Agostino fu creato dal canonico agostiniano Tommaso da Cantimpré intorno al 1260. La narrazione leggendaria si trova per la prima volta nel Catalogus Sanctorum del vescovo Petrus de Natalibus intorno al 1370 e successivamente divenne un elemento distintivo delle biografie agostiniane.
Nella scena Agostino è ritto in piedi, vestito con il saio nero dei monaci che seguono la sua regola, ed alza entrambe le mani quasi ad accogliere la presenza del bambino. Il volto del santo ha un aspetto di uomo nella piena maturità, con una foltissima barba scura. Un'aureola cinge il suo capo, il cui volto esprime meraviglia per quanto sta accadendo.
Il Bambino è seduto con una conchiglia nella mano destra, di cui sta versando l'acqua in una buca. Il suo volto è raggiante e lo sguardo intensamente rivolto verso Agostino. Alle loro spalle si estende una grande veduta marina, con le acque tumultuose sotto un cielo variopinto dove si nota in una nube luminosa la presenza del triangolo simbolo della Trinità.
A sinistra un albero di grandi dimensioni chiude la scena e il panorama.