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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco >Settecento: Moneta GianfacondoPITTORI: Moneta Gianfacondo
Sant'Agostino protegge Pavia dalla peste
MONETA GIANFACONDO
1780-1790
Pavia, Biblioteca Universitaria, Fondo Manoscritti Ticinesi
Sant'Agostino protegge Pavia dalla peste
Eseguito dal frate agostiniano Gianfacondo Moneta, un rilievo in alzato, che venne disegnato sullo scorcio finale degli anni Ottanta del Settecento, riproduce una interessante raffigurazione del monastero degli Eremitani agostiniani di Pavia, dove è possibile osservare due ingressi, divisi semplicemente da una fila di pilastrini. Sopra l'ingresso al convento si trovava l'affresco del 1504 che raffigurava il popolo di Pavia raccolto sotto il manto protettivo di sant'Agostino. La pittura era un ex-voto di ringraziamento per la liberazione della città dalla peste del 1503.
La riproduzione dell'affresco, che qui visualizziamo, venne eseguita dal Moneta sotto forma di disegno acquerellato. nella struttura compositiva dell'opera il santo, che è vestito da vescovo con la mitra in testa, stende le mani per abbracciare e proteggere la popolazione che si è inginocchiata ai suoi piedi in preghiera ed invocazione.
La struttura dell'opera richiama le immagini della Vergine della Misericordia, dove Maria è raffigurata in piedi, in grandi dimensioni, mentre allarga il proprio mantello per accogliere, ai suoi piedi, i fedeli inginocchiati. Questo genere di raffigurazione ha origine in epoca medievale, quando si parlava di "protezione del mantello", condizione per cui le nobildonne altolocate concedevano aiuto a perseguitati e bisognosi. Simbolicamente l'espressione visiva era il ripararsi sotto il mantello considerato inviolabile. Questo tipo di iconografia conobbe un notevole successo fra le confraternite medievali e rinascimentali. Anche dopo la Controriforma nel Cinquecento, questo soggetto godette ancora di successo e di una larga diffusione. Nelle diversificazione delle applicazioni iconografiche sotto il mantello della Vergine finì per trovare riparo l'intera umanità, uomini e donne, bambini, così come i membri di confraternite religiose o di congregazioni di mestieri. La Madonna, e in questo caso sant'Agostino, rappresenta la protettrice del genere umano dai mali del mondo, tra cui, specificamente nel caso di Pavia, la peste.
Tra i motivi storici che contribuirono ad assicurare il successo a questo modello figurativo va ricordata l'opera del teologo medievale tedesco Cesario di Heisterbach, che nel Dialogus Miraculorum, composto fra il 1220 e il 1230, riporta la visione di un frate cistercense rapito in estasi e portato in Paradiso. Il frate aveva avuto la visione nascosto sotto le pieghe dell'ampio mantello della Vergine. Una simile struttura iconografica ricompare abbastanza presto anche in altri ordini, fra cui i Domenicani, le Carmelitane e anche i Gesuiti. In questo contesto non mancarono esempi anche fra gli agostiniani, dove alla Vergine viene sostituito Agostino che protegge sotto la propria ala fedeli, monaci o suore.