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PITTORI: Maestro di Montelparo

Madonna della Cintura con Monica, Agostino e Nicola da Tolentino

Madonna della Cintura con Monica, Agostino e Nicola da Tolentino

 

 

MAESTRO DI MONTELPARO

1730-1740

Montelparo, chiesa di sant'Agostino

 

Madonna della Cintura con Monica, Agostino e Nicola da Tolentino

 

 

 

La pala raffigura la Madonna della cintura con in braccio il Bambino mentre stanno distribuendo il sacro cingolo ad Agostino, Monica, san Nicola da Tolentino e un frate dell'ordine. La cintura è un simbolo di fede proprio dell'ordine agostiniano che segue la regola del grande Dottore della Chiesa e costituisce un elemento distintivo del loro abito religioso. La fascia superiore con la Vergine mostra in primo piano ai lati del Bambino le figure di Agostino e della madre Monica intenti entrambi a ricevere la cintura rispettivamente dal Bambino e dalla Vergine. Entrambi indossano la tunica nera dei monaci agostiniani in ossequio alla tradizionale vulgata che li vuole fondatori dell'Ordine.

Agostino ha un'espressione seriosa, di uomo nella sua maturità. La riccioluta capigliatura e la barba grigiastra lo rendono caratterialmente forte. Monica ha un'espressione del viso più dolce, dallo sguardo devoto e colmo di fede.

Nicola da Tolentino si trova nella fascia inferiore: ha lo sguardo rivolto verso l'alto, mentre un angioletto gli offre la cintura. Un altro angelo sembra che gli ponendo sul capo una corona, che ne ricorda le virtù, come appare in molteplici esempi della sua iconografia.

 

La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant'Agostino. La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l'ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un'ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e penitenziale. La veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio ad indossarla. Fra i primi ci fu sant'Agostino e, poco per volta, la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell'ordine degli Agostiniani e di quanti hanno regole di vita che traggono spunto da sant'Agostino.

 

La chiesa di S. Agostino appartiene all'antico convento dei padri Agostiniani edificato nel 1686 su disegno di Onofri di San Ginesio. Per raggiungere l'intero complesso bisogna risalire un'ampia scalinata di 26 scalini in pietra locale.

Il convento fu edificato prima della chiesa, con un impianto a base quadrata, chiostro, fondaci e locali seminterrati, usati come cantine, granai, scuderie e ghiacciaia. La chiesa, aperta al culto nel 1730, fu realizzata su progetto dell'architetto Lucio Bonomi di Ripatransone (1669-1739) quando era priore fra Giacinto Pentelli.

All'interno si trovano sette altari, di cui il maggiore, dedicato a S. Agostino, fu ricostruito nel 1803 opera di Girolamo Giulietti. Sul lato sinistro del presbiterio una lapide ricorda che la Chiesa fu consacrata nel 1848 dal Vescovo di Montalto. A quel periodo risalgono le decorazioni della volta della cupola.

Il Comune ogni anno dava un contributo di 10 lire agli agostiniani per le loro tonache e di 3 ducati per il Maestro in Teologia. Nella Chiesa conventuale si riuniva il Parlamento Generale cittadino ed il Consiglio Generale dei 100. La presenza continua degli agostiniani ebbe benefici effetti sulla spiritualità e istruzione popolare. I monaci ressero la Confraternita della Pietà che curava l'assistenza ai malati e ai moribondi. Gestivano inoltre l'Opera Pia Ospedale, il Monte di Pietà ed il Monte Frumentario di S. Giuseppe. Nel 1861 Convento e chiesa furono acquistati dal Comune di Montelparo con l'obbligo di tenere la chiesa aperta al culto.