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PITTORI: Wilhelm Neunhertz

Agostino e i Dottori della Chiesa

Sant'Agostino vescovo

 

 

J. WILHEL NEUNHERTZ

1730 ca.

Lad, chiesa parrocchiale

 

Agostino e i Dottori della Chiesa

 

 

 

Tra il 1200 e il 1300 i cistercensi tedeschi costruirono a Ląd, un piccolo paese sul fiume Warta, nella Polonia occidentale, una chiesa romanica che fu ampliata nella seconda metà del secolo XIV con i lasciti di Wierzbieta da Paniewice. Questa chiesa aveva una sola navata con una cappella nelle due absidi del transetto. Nel 1651-52 l'architetto Tommaso Poncino intervenne con una pesante ristrutturazione che abbatté quasi completamente l'antica chiesa. I suoi successori Giorgio Catenazzi e Jan Konski costruirono sulle vecchia fondamenta l'odierna navata e il transetto, con una piccola cupola. Nel 1728-1730 Pompeo Ferrari edificò la navata centrale della chiesa, coperta poi da una cupola di 38 metri di diametro e che si appoggia su 8 pennacchi. Poco dopo J. W. Neunhertz, pittore della Slesia, realizzò un dipinto il cui progetto era stato ideato dall'abate Lukomski: egli voleva rappresentare il monastero di Ląd come Domus Sapientiae.

Gli affreschi della grande cupola, nel linguaggio della pittura, rappresentano la visione post-tridentina della Chiesa trionfante, che, grazie alla Sapienza Divina presente in essa, vince gli errori e il male. Lukomski, partendo dal pensiero del Libro dei Proverbi 9,1-2 mostra la Chiesa come la Casa della Sapienza edificata su sette colonne che sono sette persone illustri: i Padri e i Dottori della Chiesa.

Essi sono rappresentati nei singoli spicchi della cupola e sono: San Gerolamo, San Gregorio Magno, San Bonaventura; San Bernardo da Clairvaux, San Tommaso, Sant'Agostino e Sant'Ambrogio. L'affresco centrale sopra l'arcata rappresenta l'allegoria della Chiesa nella figura dell'arco trionfale. I fedeli, guidati dalla Sapienza Divina, attraversano questo arco ed entrano in cielo.

 

Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6