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PITTORI: Palomino Antonio

Trionfo della Chiesa con Tommaso d'Aquino, Agostino e santi: particolare di Agostin

Trionfo della Chiesa con Tommaso d'Aquino, Agostino e santi:

particolare di Agostino

 

 

PALOMINO ANTONIO

1705

Salamanca, chiesa di santo Stefano, Coro del monastero

 

Trionfo della Chiesa con Tommaso d'Aquino, Agostino e santi

 

 

 

Palomino dipinse questa grande composizione nel 1705 e in seguito, come era sua abitudine, ne propose la descrizione nel secondo volume del Museo pittorico e scala ottica: La pratica della pittura. Dalle sue parole si può comprendere la ricca composizione e lo sviluppo del concetto che ha dettato la realizzazione dell'intero dipinto. Anzitutto Palomino spiega perché ha scelto il tema iconografico del Trionfo della Chiesa, adattandolo allo spazio fisico del tempio in cui si svolge. Le sue parole chiariscono che: "Essendo l'istituto di questo luogo sacro nel cantare lodi al Creatore in questa Chiesa militante, che rappresenta perennemente cantando quella Trionfante con i cori celesti degli spiriti benedetti, sembrava molto appropriato dipingere in detto sito la Chiesa Militante, e la Trionfante: intendendo che la congregazione e l'unione di tutti i fedeli, che militano sotto la bandiera di Gesù Cristo; e questo è il premio che viene preparato per coloro che combattono legittimamente ... "

Segue la spiegazione della presenza di ciascuno degli elementi che costituiscono la grande metà del coro, a cominciare dalla rappresentazione della Chiesa Militante : "... e per la cui espressione la Chiesa Militante era posta in fondo a questo sito su un bel galleggiante, con una allusione alla misteriosa quadriga di Zaccaria; e la Chiesa è rappresentata con una bella matrona, come la moglie di Gesù Cristo, vestita in pontificale, con la tiara sul capo, e su di lei lo Spirito Santo ... Ha in mano un misterioso libro e in questo libro c'è la custodia del Sacramento dell'Eucaristia, perché i Misteri e i Sacramenti della Chiesa sono rappresentati nei sette Sigilli, e questo è il più grande, e ciò che è per eccellenza chiamato il Sacramento. D'altra parte ha la bandiera della nostra redenzione, che è la croce ... che emana dalla sua parte i sette sacramenti, che con i vangeli e altri misteri compongono e misticamente abbelliscono la chiesa cattolica, la sua amata moglie; e dopo la croce ha un libro aperto, dove si legge "Liber Generationis Iesu Christi", per essere stato l'inizio del nuovo Testamento; ed è seduta su una pietra quadrata, come la città santa di Gerusalemme. Da un lato, in alto, c'è la Verità, con un sole in mano, dai cui raggi, e dallo Spirito Santo, è illuminato. E dall'altra parte c'è l'Angelico Dottore con la penna in mano, e un libro nell'altra, guardandola con un viso piacevole, per arricchirla, e adornarla con i preziosi gioielli della sua saggezza, cingendola con gli incontestabili bastioni della sua dottrina, e difendendola dai suoi nemici."

Nella parte destra aggiunge: "Questo carro è trasportato da quei quattro cavalli misteriosi, di vari colori, bianchi e neri, che simboleggiano la sacra religione dei predicatori, come si applica nell'ufficio di San Vicente Ferrer: intendendo anche i quattro sacri Evangelisti, come parti integranti di questa mistica moglie. E verso la prua della macchina vengono guardate le Virtù Teologali più avanzate, come se fossero direttamente dirette a Dio ..."

Fra le varie personalità presenti, si riconoscer anche quella di sant'Agostino, con gli abiti episcopali e la tunica nera dei monaci agostiniani. Il santo ha un viso dall'espressione matura e con una foltissima barba riccioluta.

 

La costruzione del convento si santo Stefano a Salamanca iniziò nel 1525 per ordine del frate Juan Álvarez de Toledo, vescovo di Cordova, su progetto di Juan de Álava. L'edificazione fu conclusa nel 1618. È costituito da una straordinaria chiesa e varie stanze conventuali tra le quali sono di notevole interesse la sacrestia, la sala capitolare, i suoi tre chiostri e la biblioteca. Il portale principale della chiesa venne costruito verso il 1660. Il timpano raffigura il "Martirio di Santo Stefano" dello scultore Juan Antonio Ceroni. La chiesa ha una pianta a croce latina con navata unica. Lo straordinario coro si trova su una volta semiellittica costruito fra il 1651 e il 1658. Il chiostro dei Re è caratterizzato da uno stile gotico plateresco, con i suoi venti finestroni divisi da tre piantoni con volta ogivale.

 

Antonio Palomino

Acisclo Antonio Palomino de Castro y Velasco nacque a Bujalance nel 1655. Originario dell'Andalusia, si trasferì ben presto a Cordova, dove studiò pittura sotto la guida di Juan de Valdés Leal e di Juan de Alfaro y Gámez. A Madrid entrò in contatto con artisti come Claudio Coello e Juan Carreño de Miranda. Sposò Catalina Bárbara Pérez de Sierra, figlia di un diplomatico e dopo essere stato nominato alcalde del consiglio della Mesta ascese al rango nobiliare. Nel 1688 divenne pittore di corte di Carlo II. Decorò le volte della chiesa di San Juan del Mercado (1697-1700) e della cappella di Nuestra Señora de los Desamparados (1701) a Valencia. Nel 1705 realizzò il Trionfo della Chiesa per la chiesa di San Esteban a Salamanca; oltre a dipinti nelle certose di Granada (1712) e del Paular (1723). Pubblicò il trattato Museo pittorico e scala ottica in tre volumi (1715-1724): i primi due riguardanti le tecniche pittoriche, mentre il terzo narra le vite dei principali pittori e scultori spagnoli. Morì a Madrid nel 1726.