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Agostino cardioforo scruta la Trinità
MAESTRO DI QUITO
1720-1740
Quito, Museo de Arte Religioso
Agostino cardioforo scruta la Trinità
L'opera è stata realizzata da uno sconosciuto artista di Quito nel primo Settecento. Dipinto a olio su tela, il quadro è conservato nel Museo di Arte religiosa a Pamplona, Norte de Santander, in Colombia.
La tela è una copia di una più famosa opera di Philippe de Champaigne, che è conservata in una Collezione privata californiana. Agostino vi è rappresentato come cardioforo: cioè porta in mano il cuore fiammante, che ricorda il suo smisurato amore per Dio. Il riferimento è al nono libro delle Confessioni dove Agostino scrive: Sagittaveras tu cor meum charitate tua. Questa espressione di Agostino, che sarà ripresa anche in altri passi delle Confessioni e di altre opere, avrà grande fortuna nella agiografia e nella iconografia agostiniana anche recente. Come nel caso dell'originale, il pittore ci propone un Agostino allo scrittoio quasi folgorato dalla luce che proviene a sinistra in alto e che riempie tutta la scena fino al cuore fiammante. Rispetto all'originale, questa copia ha introdotto la novità della raffigurazione della Trinità. Mentre De Champaigne si limita a scrivere TRINITAS, questo anonimo pittore ha voluto dare corpo alla Trinità, raffigurandola con le tre persone cha la compongono.
Il Museo Arcidiocesano di Arte Religiosa fu realizzato intorno all'anno 1990 su iniziativa di Mons. Rafael Sarmiento Peralta, che a quel tempo era Arcivescovo. Ha ricevuto il sostegno del Sindaco Virgilio Barco Vargas, che era interessato durante il suo mandato a dar vita ad alcune opere che permettessero conservare e valorizzare l'culturale cittadino. L'edificio del Museo all'esterno ricorda una fortezza. All'interno si presenta in una veste moderna con una disposizione gradevole delle sale dove sono esposte opere di arte regionale, coloniale e moderna o contemporanea. Tra le collezioni che il Museo contiene una vasta gamma di opere di pittura religiosa, sculture, elementi liturgici in oro e argento, ornamenti e mobili sacri utilizzati in alcune parrocchie dell'arcidiocesi. Molte delle opere d'arte religiosa provengono da luoghi, dove a causa di varie circostanze, hanno cessato di essere oggetti di devozione per i fedeli o al servizio del culto. La scelta adottata dal Museo in questo caso è stata quella di raccoglierle in un luogo appropriato che, per quanto possibile, riproduca un ambiente sacro e preservi il rapporto dell'opera o dell'oggetto con la sua funzione al servizio dell'evangelizzazione.