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PITTORI: Antonio Paroli

Sante Orsola, Monica e Caterina d'Alessandria

Sante Orsola, Monica e Caterina d'Alessandria

 

 

ANTONIO PAROLI

1688-1768

Collezione privata

 

Sante Orsola, Monica e Caterina d'Alessandria

 

 

 

All'influenza veneziana, misurata in una prospettiva molto più paesana ma non per questo meno affascinante, rimanda questa piccola pala (olio su tela, cm 124 x 71,5) di Antonio Paroli (1688-1768), pittore cresciuto artisticamente nella laguna veneta e attivo per lo più a Gorizia e dintorni.

Partendo dall'alto, vi sono raffigurate le Sante Orsola, Monica e Caterina d'Alessandria, riconoscibili per i caratteristici attributi: Orsola reca le frecce del suo martirio, la madre di Agostino è in abito monacale e porta un pastorale, prefigurazioni degli ordini religiosi femminili, la principessa egiziana ha la consueta ruota dentata spezzata.

Sul retro della tela è conservata un vecchio cartellino che recita "Gian Bettino Cignaroli (1706-1770). Giovanni Paroli da Gorizia (700)". La primitiva attribuzione a Cignaroli non deve stupire visti i legami del veronese con la committenza del nobile erudito goriziano Sigismondo d'Attems, mecenate anche di Antonio Paroli. È proprio tutto di quest'ultimo petit maître lo smaltato stile naïf, ma per questo non sprovveduto, con cui sono eseguite le tre sante, tipiche interpreti di un repertorio diffuso nel Veneto.

Le loro figure appaiono disinvolte e sono magnificamente inserite nello spazio secondo una tradizione visiva provinciale. Sono le protagoniste di una piccola pala da oratorio da collegare con ogni probabilità alle tradizionali devozioni diffuse dalle suore orsoline presenti nel capoluogo isontino con un importante monastero e con molte proprietà nelle vicinanze (per esempio a Ruda). Le sorridenti Sante Orsola, Monica e Caterina d'Alessandria abbondano, come frequentemente accade per fenomeni creativi lontani dai grandi centri artistici, di rustica poesia.

 

La madre di Agostino viene spesso raffigurata nell'iconografia agostiniana, da sola o assieme al figlio. Altre volte compare, come in questo caso, in compagnia di santi o sante. Ella partecipa a scene fondamentali, come l'estasi di Ostia, la partenza da Cartagine o il soggiorno milanese e poi a Cassiciaco. La ritroviamo ancora assieme ai monaci ed ella stessa monaca o vestita da monaca mentre illustra la regola agostiniana nella versione femminile. Toccanti sono pure le scene che la vedono in azioni caritative. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni.

Lì si ammalò, forse di malaria, e in nove giorni morì, all'età di 56 anni. Drammatiche e toccanti sono le rappresentazioni della sua morte a Ostia. Di lei Agostino offre una biografia stupenda nella parte finale del libro IX delle Confessioni.