Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Nicolaum Pezzana

PITTORI: Nicolaum Pezzana

Agostino e il mistero della Trinità

Agostino e il mistero della Trinità

 

 

PEZZANA NICOLAUM

1760

Venezia, Meditationes, Soliloquia ed. Pezzana

 

Agostino e il mistero della Trinità

 

 

 

Questa incisione a stampa si trova nella pagina che precede il frontespizio di un'opera di sant'Agostino pubblicata a Venezia nel 1760 per i caratteri di Nicolaum Pezzana.

L'opera viene così descritta: DIVI AURELII AUGUSTINI Hipponensis Episcopi MEDITATIONES, SOLILOQUIA AC MANUALE

Meditationes: B. ANSELMI cum tractatu de humani generis redemptione

D. BERNARDI Idiotae viri docti de amore divino.

Omnia ad MSS. exemplaria emendata, ac in meliorem ordinem distributa.

OPERA AC STUDIO R. P. HENRICI SOMMALII Societatis Jesu Theologi

Venetiis Apud Nicolaum Pezzana

Superiorum permissu, ac Privilegio.

 

L'incisione raffigura Agostino in ginocchio, probabilmente davanti alla scrivania del suo studio, che tutto intento ad ammirare e scoprire il mistero della Trinità, che gli appare in alto a destra sotto forma simbolica di triangolo. Una grande luce avvolge questo simbolo e si diffonde nelle varie direzioni, ma principalmente si rivolge ad Agostino, il cui viso è avvolto dai raggi. Il santo ha un aspetto decisamente giovanile, con un'aureola in testa e una debole barba che gli spunta dal mento.

Agostino indossa un vestito che assomiglia parecchi all'abito dei monaci agostiniani. Nella scena compaiono alcuni angioletti, di cui quello a sinistra, a corpo intero, è stato utilizzato dall'incisore per mostrare in primo piano il cuore fiammante, un simbolo emblematico che nel Settecento connota chiaramente la passione di Agostino e il suo grande amore per il mistero divino. Questa grande passione fu espressa da Agostino in varie opere, quantunque sia nel De Trinitate che il suo pensiero assurge alle vette massime.

 

D'altra parte fuori di te non esisteva nulla, da cui potessi trarre le cose, o Dio, Trinità Una e Trinità trina. Perciò creasti dal nulla il cielo e la terra ... Tu sei onnipotente e buono, per fare tutto buono, il cielo grande, come la piccola terra. C'eri tu e null'altro.

AGOSTINO, Confessioni 12, 7, 7

 

Inoltre, partendo dalla creatura, opera di Dio, ho cercato, per quanto ho potuto, di condurre coloro che chiedono ragione di tali cose, a contemplare con l'intelligenza, per quanto era loro possibile, i segreti di Dio per mezzo delle cose create e ho fatto particolarmente ricorso alla creatura ragionevole e intelligente, che è stata creata ad immagine di Dio, per far loro vedere, come in uno specchio, per quanto lo possono e, se lo possono, il Dio Trinità, nella nostra memoria, intelligenza e volontà. Chiunque, con una intuizione viva, vede che queste tre potenze, in virtù di una intenzione divina, costituiscono la struttura naturale del suo spirito; percepisce quale cosa grande sia per lo spirito il poter ricordare, vedere, desiderare la natura eterna ed immutabile, la ricorda con la memoria, la contempla con l'intelligenza, l'abbraccia con l'amore, certamente vi scopre l'immagine di quella suprema Trinità. Per ricordare, vedere, amare quella suprema Trinità deve ad essa riferire tutto ciò che vive perché tale Trinità divenga oggetto del suo ricordo, della sua contemplazione e della sua compiacenza. Tuttavia ho mostrato, per quanto mi sembrava necessario, che questa immagine che è opera della stessa Trinità, che è stata deteriorata dalla sua propria colpa, si deve evitare di compararla alla Trinità come se le fosse in tutto simile, ma si deve vedere anche una grande dissomiglianza in questa tenue somiglianza.

AGOSTINO, De Trinitate, XV, 39