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PITTORI: Giovanni Marco Pitteri

Agostino cardioforo

Agostino cardioforo

 

 

GIOVANNI MARCO PITTERI

1740-1750

Bratislava, Galleria Nazionale Slovacca

 

Agostino cardioforo

 

 

 

Questa incisione dalle dimensioni di 35 cm circa in altezza e 27 cm in larghezza raffigura sant'Agostino, come è specificato nella didascalia in basso: Sanctus Augustinus. L'incisione presenta anche una marcatura in basso a destra dove si può leggere M. Pitteri CPES. Agostino è raffigurato a mezzo busto nella sua dignità episcopale. La testa è avvolta dal nimbo dei santi, mentre la mitra e il bastone pastorale sono stati deposti sul tavolo in segno di umiltà. Agostino regge in piedi con la mano sinistra un grande libro aperto, mentre un'altro chiuso sta sulla scrivania sotto il bastone pastorale. Nella mano destra il santo regge un cuore fiammante, tradizionale simbolo che lo identifica in epoca barocca e tardo barocca. Il suo volto ha un aspetto estatico con gli occhi dichiaratamente rivolti versi l'alto alla ricerca della visione o ispirazione divina. Una folta barba incolta gli sporge dal mento e scende sul suo petto.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3

 

 

Giovanni Marco Pitteri

Nacque a Venezia nel 1702 o 1703. Si tramanda che sia stato educato all'arte da Giovanni Antonio Faldoni ed abbia espresso uno stile di incisione sulla scia di Mellan. Nella sua città natale avviò una bottega producendo numerosissime incisioni di gusto tardo barocco. Le sue opere e i suoi ritratti sono caratterizzati da sfumature di alta qualità, con una resa di tipo fotografico. Tra i suoi allievi ritroviamo Giovanni Domenico Lorenzi. Morì a Venezia nel 1767.