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PITTORI: Maestro toscano

La Vergine con i santi Agostino e Monica a Prato

La Vergine con i santi Agostino e Monica

 

 

MAESTRO TOSCANO

1750-1799

Prato, chiesa di sant'Agostino, Chiostro

 

La Vergine con i santi Agostino e Monica

 

 

 

In alcune rappresentazioni, come questa di Prato, Agostino compare assieme alla madre ai piedi della Vergine, che è assisa in trono, oppure appare tra le nuvole con in braccio il Bambino. Nel nostro caso la Vergine è ritta in piedi con in braccio il Bambino Gesù avvolto da un semplice telo. Il suo sguardo è rivolto ad Agostino, che a sua volta si volge verso la Madonna. Il Bambino Gesù invece porta la sua mano sinistra verso Monica, che non osa alzare lo sguardo, ma se ne sta compunta con le mani e braccia raccolte sul petto. Sia Agostino che Monica sono a mezzo busto, inginocchiati davanti alla Vergine. Agostino veste i suoi abiti episcopali con una gran mitra in testa: Monica è vestita da monaca agostiniana con in testa un cappuccio. Il viso della santa è ancora giovanile, cui da contrappeso l'immagine di un Agostino piuttosto vegliardo e con la barba bianca. Questa come altre rappresentazioni iconografiche su questo non sembrano avere un preciso significato se non quello di rinforzare il legame intenso fra gli agostiniani e la Vergine.

 

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Nella Madonna, Agostino vede sintetizzate meravigliosamente la perfezione della Grazia di Dio e della libertà umana. Su questo punto ci possono essere degli equivoci e pensare che l'influsso della Grazia di Dio possa diminuire la libertà dell'uomo. In verità, come Agostino ha cercato di far capire, si tratta di due realtà che si richiamano a vicenda: più la libertà umana è corroborata dalla Grazia di Dio e più è libera dalle forze che la indeboliscono e le impediscono di scegliere il bene, più la Grazia di Dio invade un'anima e più le sue facoltà si dispiegano in tutta la loro potenza. Nella Madonna, allora, tutto è Grazia, tutto è dono che viene da Dio: questo ci spiega la grandezza della Vergine Maria. Nella Madonna, però, tutto è allo stesso tempo frutto del suo libero consenso al progetto di Dio: questo ci dà ragione della santità eccelsa della Vergine Maria.

 

«Gesù dice a sua Madre: "Donna, ecco tuo figlio!". È come se dicesse: Abbi fiducia in lui come se fosse tuo figlio. Poi dice al discepolo: "Ecco tua madre!". È come se dicesse: Abbi cura di lei come se fosse tua madre. "E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa (in sua)". Qui si osserva l’accoglimento della raccomandazione: prese cioè la madre in casa sua per onorarla, custodirla e curarla, come fa un figlio verso la madre. Ma Agostino legge l’espressione all’accusativo plurale: in sua, e si chiede: "Come mai dice in sua se non possiede nulla di proprio?".

Risponde: "In sua significa tra i suoi obblighi, i suoi doveri e i suoi beni, non nelle sue proprietà, che del resto non aveva"»

AGOSTINO, In Johannem 19, 37-39