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PITTORI: Retz Michael Heinrich

Tolle lege nel giardino di Milano

Tolle lege nel giardino di Milano

 

 

RETZ MICHAEL HEINRICH

1733

Collezione Privata

 

Tolle lege nel giardino di Milano

 

 

 

Questa acquaforte è stata realizzata da Michael Heinrich Retz nella prima metà del Settecento e raffigura una celeberrima scena della vita di Agostino. Si tratta dell'episodio del tolle lege che si verifica nel giardino della casa milanese di Agostino, che lo convince definitivamente alla conversione al cristianesimo. L'acquaforte ha le dimensioni di mm 200x140 L'incisione all'acquaforte risulta incollata su antico supporto cartaceo con in trasparenza alcune scritte al retro.

In alto a sinistra si legge strede hore Senex moritur, ut revivif cat juvenis.

Agostino è seduto allo scrittoio davanti ad un libro aperto che indica con la mano sinistra. La torsione del corpo che risponde alla chiamata di un angelo che appare in cielo a sinistra conferisce al santo una inaspettata dinamicità espressiva. la scena si svolge in ambiente che è stato minuziosamente ricostruito nei suoi aspetti più caratteristici. All'ampio spazio della balconata dove si trova Agostino fa da ampio orizzonte un esteso giardino oltre le balaustre ricco di alberi alti e densi.

Nelle opere scritte subito dopo la conversione, Agostino non fa il minimo accenno alla famosa scena dell'orto o del tolle lege che ricorda nelle Confessioni. Si può osservare, come sostenne Pincherle, che la descrizione che fa Agostino del suo stato d'animo è, da una parte, tutta dominata dalla preoccupazione, polemica contro i manichei, di dimostrare l'esistenza e il valore del libero arbitrio, la possibilità di una scelta fra bene e male e che, d'altra parte, essa è redatta sotto l'influsso di quei passi paolini che parlano del contrasto fra lo spirito e la carne.

E si potrebbe ancora suggerire, insistendo sull'importanza di questo fatto, che l'episodio dimostra come Agostino abbia conosciuto l'epistolario di san Paolo proprio all'inizio della sua conversione.

Tuttavia questa scena, vera senza dubbio in molti, probabilmente in tutti, i suoi particolari, è stata redatta con la preoccupazione di dimostrare appunto il contrario di ciò che taluno ha creduto di scorgervi: di mettere in luce cioè l'impotenza dell'uomo a operare da solo la propria salvezza e la necessità dell'intervento, subito efficace della grazia divina, intervento che non ha nulla di miracoloso.

Possiamo anche ammettere che il testo paolino, di contenuto così caratteristicamente etico, e inserito in una esortazione morale ed escatologica, fosse per l'appunto quello che Agostino lesse effettivamente, ricavandone la forza di tradurre in atto i progetti che da qualche tempo maturavano nella sua mente.

 

E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze ... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29

 

 

Michael Heinrich Retz

Nasce a Norimberga nel 1698 e si dedica alla realizzazione di acqueforti a carattere sia religioso che architettonico. Mure a Kuks nel 1758.