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PITTORI: Giovanni Stefano Robatto

I Santi Agostino, Monica e S. Lucia in adorazione della Trinitàa

I Santi Agostino, Monica e S. Lucia in adorazione della Trinità

 

 

GIOVANNI STEFANO ROBATTO

1700-1710

Savona, chiesa di santa Lucia

 

I Santi Agostino, Monica e S. Lucia in adorazione della Trinità

 

 

 

La pala d'altare è collocata sull'unico altare della chiesa savonese di Santa Lucia. Questo modesto edificio religioso sorge su uno sperone di roccia un tempo a picco sul mare, lungo una vecchia strada. Si presenta a navata unica e presbiterio quadrato e probabilmente l'edificio è il rifacimento seicentesco di una più antica struttura di epoca imprecisata. Vi risiede la Confraternita dei santi Agostino e Monica.

Incerta è la data della fondazione di questa antica confraternita. E' nota che dal 1539 si riuniva nella Domus Sancti Augustini Episcopi et Confessoris, nella contrada dei battuti. Dopo la demolizione della Domus, i disciplinanti si trasferirono in una piccola cappella vicino al convento degli agostiniani. Dal 1580 essi si unirono alla Confraternita di santa Monica e dal 1750 fino al 1819 la loro sede fu trasferita nel piccolo Ospizio dei santi Crispino e Crispiniano. Dopo furono ospitati nella seicentesca chiesa dell'ex-convento delle suore teresiane dello Spirito Santo, ma nel 1884 la chiesa fu espropriata dal Comune. Nel 1888 la confraternita riuscì a trasferirsi nella chiesetta di S. Lucia, sua attuale sede. Questa chiesa fu edificata nel 1436 nei pressi dell'antichissima chiesa di San Ponzio. Sulla semplice facciata a capanna si trova un affresco con Santa Lucia. Nel presbiterio la settecentesca ancona è inserita nella struttura barocca dell'altare, coronato da una raggiera dorata di cherubini. La pala che raffigura i Santi Agostino e Monica e la Trinità tratta un analogo soggetto dipinto da Carlo Giuseppe Ratti che si trova nell'Oratorio del Cristo Risorto, al quale è stata aggiunta posteriormente la figura di S. Lucia.

Il santo è in vesti episcopali inginocchiato a destra nella fascia inferiore ed ha lo sguardo che si volge verso l'alto in direzione della visione della Trinità. Il suo volto ha un aspetto vegliardo, con una folta barba grigiastra, che è ben evidenziata dal gesto della torsione del collo per volgersi verso l'alto.

La chiesa è meta di devozione e pellegrinaggio da parte dei savonesi il giorno 13 dicembre, data in cui si tiene la fiera di Santa Lucia. I confratelli, che indossano la cappa bianca con nastri verdi, sfilano nella processione del Venerdì Santo con due casse: L'Incoronazione di spine di Anton Maria Maria Maragliano, risalente al 1710, e Il Bacio di Giuda di Giuseppe Runggaldier datata 1926.

 

 

 

Giovanni Stefano Robatto

Giovanni Stefano Robatto nacque a Savona nel 1652. La sua vita è poco nota, tanto che le date di nascita e di morte sono state scoperte solo recentemente. Giovanni era il secondo di dodici figli di un ricco oste di nome Sebastiano. Sin da giovane manifestò una "inclinazione alla pittura" per cui si recò giovanissimo a 13 anni a Roma, dove entrò nella bottega di Carlo Maratta. A Roma si fece apprezzare anche da Bernini e Baciccio. Dopo 15 anni passati a Roma iniziò una serie di viaggi che lo portarono a Napoli, Messina, Bologna, Venezia e all'estero anche in Germania. Nel 1683 ritornò a Savona, dove realizzò molte opere significative. Fu attivo anche a Genova, a Torino e in altre località del Piemonte. Il pittore fu apprezzato sopratutto per il suo colore pieno di sentimento, anche se le sue opere più tarde sono piuttosto affrettate per poter realizzare qualche soldo, dato che era diventato vittima del vizio del gioco. Morì nella città natale nel 1731.