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PITTORI: Anonimo romano

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa in san Luigi a Roma

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

ANONIMO ROMANO

XVIII secolo

Roma, chiesa di San Luigi dei Francesi

 

Agostino Dottore della Chiesa

 

 

 

Questa bella scultura si trova su uno dei quattro piloni della volta del coro-presbiterio della chiesa di S. Luigi dei Francesi a Roma. Sugli altri tre piloni sono raffigurati gli altri Dottori della Chiesa, Gregorio, Gerolamo e Ambrogio. La figura del santo è stata realizzata in marmo bianco e risalta con efficacia sullo sfondo dorato dei cassettoni della volta. Ai piedi Agostino un bambino dall'aspetto di angioletto gli offre il cuore fiammante. Ai suoi piedi una scritta ricorda lo spirito e il grande amore del santo verso Dio, un amore che sapeva essergli stato donato: DONO TUO ACCENDIMUR. Voluta dal Re di Francia, la chiesa fu iniziata nel 1518 e completata nel 1589 da Domenico Fontana su disegno di Giacomo della Porta. La facciata in travertino, a due ordini, è divisa da paraste tuscaniche e corinzie in cinque campi, sia in alto che in basso. L'interno, a tre navate, ha cinque cappelle per ogni lato scandite da pilastri, fu progettato da Antoine Dérizet e realizzato fra il 1756-64. Sulla volta della navata centrale si può osservare la Morte e apoteosi di S. Luigi di Charles Natoire del 1756. Lungo la navata destra nella prima cappella si trova la tela S. Dionigi di Renard Levieux; nella seconda si scopre la pala d'altare con i santi Cecilia, Paolo, Giovanni Evangelista, Agostino e la Maddalena di Guido Reni su originale di Raffaello, nonchè le Storie di S. Cecilia del Domenichino. Nella terza cappella è conservata una tela che raffigura Santa Giovanna di Valois portata in cielo dagli angeli di Etienne Parrocel (1743). Nella quarta cappella si trova il bel Giuramento di Clodoveo di Jacopino del Conte. Sulla volta sono narrati episodi della vita di Clodoveo di Pellegrino Tibaldi: sulla parete destra Clodoveo si prepara ad attaccare nella battaglia di Tobliae del 496, a sinistra invece si nota un S. Remigio riceve la sacra ampolla per ungere Clodoveo del Sermoneta. All'altare maggiore si nota la splendida Assunzione di Francesco Bassano e la S. Trinità di Jean Jacques Caffieri. Sulla navata sinistra nella quinta cappella, detta anche Contarelli sono visibili tre splendide tele di Caravaggio: all'altare S. Matteo e l'Angelo, a destra il Martirio di S. Matteo, e a sinistra la Vocazione di S. Matteo (1599-1602). Sulla volta si possono ammirare anche degli affreschi del Cavalier d'Arpino. Nella quarta cappella troviamo una Natività e una Annunciazione di Charles Mellin, oltre alla Adorazione dei Magi di Giovanni Baglione. Nella terza cappella è stato raffigurato S. Luigi IX° da Plautilla Bricci, mentre alle pareti sono dipinte le storie del santo di Ludovico Gimignani e di Nicolas Pinson. La seconda cappella esalta la figura di S. Nicola da Bari con una tela di Girolamo Muziano, mentre ai lati si trovano i Santi Girolamo e Caterina di Girolamo Massei e alcuni episodi della vita del santo di Baldassare Croce. Infine nella prima cappella c'è una splendida tela con un San Sebastiano di Girolamo Massei.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6