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Sant'Agostino vescovo
MAESTRO DI SABBIONARA
XVIII secolo
Sabbionara, chiesa di san Bernardino
Sant'Agostino vescovo
Agli inizi del 1800 gli abitanti del borgo di Sabbionara, frazione di Avio in Trentino, constatavano che l'antica chiesa dedicata a San Bernardino da Siena era diventata inadatta alle necessità religiose della loro accresciuta comunità. Così i capifamiglia del paese di Sabbionara decisero nel 1835, all'epoca del Principe Vescovo di Trento il beato Giovanni Nepomuceno de Tschiderer, di avviare la fabbrica del nuovo edificio per darsi una nuova e spaziosa chiesa.
Essa venne fatta sorgere vicino all'antica cappella di san Bernardino, eretta nel 1457, così da esserne una sua ideale continuazione.
I lavori della fabbrica della nuova chiesa terminarono nel 1845, ma solo il 14 agosto 1883 essa venne consacrata dal vescovo Giovanni Giacomo della Bona.
Nel 1876 venne eretto l'altare laterale destro dedicato a sant'Agostino, vescovo e dottore della Chiesa. Sopra la pala di ignoto autore è stata posta la seguente epigrafe:
"D.O.M. in honorem s. Augustini Pont. Doct. Augustinus Bongiovannius erexit MDCCCLXXVI."
Dalla dedica si deduce che l'altare venne eretto grazie al'intervento di un pio devoto, un certo Bongiovanni, appartenente a una famiglia locale. Ancora oggi questo cognome è ampiamente diffuso sul luogo. La presenza della figura di Agostino è probabilmente legata a qualche particolare devozione di cui si fece interprete il Bongiovanni o Buongiovanni. A titolo puramente informativo va ricordato che nella chiesa di sant'Agostino a Roma esiste la cappella Buongiovanni. Va altresì ricordato che nei pressi del castello di Sabbionara si trova la chiesetta di S. Antonio Abate, ricordata già nel 1322 e riedificata nel 1800. Lì vi sorgeva un convento dei Benedettini, che nel medioevo ebbero uno speciale riguardo per Agostino e più volte, nei loro insediamenti ne produssero una qualche iconografia.
Il santo, tra l'altro, è stato raffigurato non solo come vescovo, ma come "agostiniano" in quanto sotto il piviale si nota chiaramente la nera veste dei monaci eremitani. Il pittore però non ha dipinto la cintura, ma un cordone bianco, che ricorda più i francescani. Probabilmente si è trattato di una disattenzione .
Il santo è ritto in piedi con in mano il bastone pastorale su cui sembra reggersi, mentre con la sinistra tiene in mano un libro aperto. In testa porta la mitra: il suo aspetto è quello di un maturo vegliardo, con una folta barba bianca riccioluta che gli copre il viso fino al busto.
Sullo sfondo si osserva un panorama bucolico che cerca di riprodurre i paesaggi locali: ai piedi dell'albero si nota una piccola chiesa o forse una cappella. Ce ne sfugge il significato o forse potrebbe essere il luogo sul terriotrio dove più viva è la devozione al santo di cui Bongiovanni si è fatto interprete.