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PITTORI: Maestro di Salamanca

Santa Monica

Santa Monica

 

 

MAESTRO DI SALAMANCA

1700-1750

Salamanca, chiesa di San Juan de Sahagún

 

Santa Monica

 

 

 

Questa scultura in legno che raffigura santa Monica vestito da monaca agostiniana appartiene al Retablo de la Dolorosa, che si trova nella chiesa dell'ex convento agostiniano di San Juan de Sahagún a Salamanca.

Questa chiesa è nota anche come chiesa di sant'Agostino, ma in realtà è dedicata al frate san Juan de Sahagún, che fu uno dei grandi priori agostiniani in Messico.

La santa ha un volto e una espressione ancora giovanili. Il movimento delle braccia e della mani conferisce alla statua una forte dinamicità espressiva.

 

 

La chiesa di sant'Agostino è stata edificata in stile barocco nel centro di Salamanca, una città del Guanajuato in Messico. La sua costruzione fu avviata nel 1642 e venne completata alla fine del 1706. Le origini dell'edificio iniziano nel 1609, quando al frate agostiniano Diego de Ávila venne concesso da Filippo III il diritto di fondare quattro conventi agostiniani nella provincia di Michoacán a cui apparteneva la "Villa de Salamanca".

Il primo priore agostiniano fra Juan de San Nicolas risiedette in città fino al 1615 e costruì un primo edificio dedicato a Juan de Sahagún.

L'edificio attuale avvenne in due diverse fasi costruttive. La prima iniziò nel 1641 durante quando era priore fra Miguel de Guevara: in questo periodo si presume che siano stati innalzati i campanili, le cupole e la copertura, così come il primo chiostro. Lo si deduce dallo stile unitario di questa strutture che erano tipiche del XVII secolo. Una seconda fase edificatoria fu avviata nel 1761 ed è a questo periodo che è possibile datare il secondo chiostro, meglio noto come "Chiostro" e le pale d'altare della navata principale. Al suo interno la chiesa presenta una navata centrale che articola in quattro ampie sezioni, dove trovano posto ben undici diverse pale d'altare con relative cappelle. Lo stile in cui vennero realizzate queste pale d'altare si sviluppa nell'orizzonte culturale queretaro della metà del Settecento.

 

Non si conosce molto della sua vita, che tuttavia è circondata da un alone leggendario. Si tramanda che il frate Agostiniano Juan de Sahagún (nato a Sahagún e vissuto fra il 1430 e il 1499) mentre passava per la via dove c'era un pozzo vide caderci dentro, un bambino. Sebbene il pozzo fosse molto profondo, il frate, per salvarlo, usò il cordone che portava legato alla vita. Il cordone che si allungò quanto bastava per essere afferrato dal bimbo che in questo modo si salvò.

Un altro miracolo avvenne in occasione di un mercato di bestiame. Un toro infuriato scappò dal recinto seminando lo scompiglio tra la folla e proprio mentre stava per travolgere una madre con il suo bambino, Fra Juan de Sahagún si interpose e lo fermò solo con una frase: "Tente, necio".

La memoria di questo miracolo si trova nella Calle Tentenecio. Anche Plaza de la Concordia ricorda un episodio della vita del Santo e cioè la pacificazione che riuscì a ottenere tra due nobili famiglie che erano in lotta, durante la quale furono uccisi i due figli di Doña Maria de Monroy. Si racconta che Doña Maria, travestita da uomo segui gli assassini che appartenevano alla famiglia Manzano che nel frattempo si erano rifugiati in Portogallo. Dopo averli uccise, portò le loro teste sulle tombe dei figli. Da quel momento, Salamanca divenne un campo di battaglia. Juan de Sahagún allora incontrò le famiglie Monroy e Manzano riuscendo a riportare la pace nell'anno 1464. Fra Juan fu sempre difensore dei deboli e degli oppressi. Per questo fu canonizzato da Papa Innocenzo XII nel 1691. Le sue reliquie si trovano dentro la Cattedrale Nuova di Salamanca.