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Agostino combatte e sconfigge gli eretici
FRANCISCO SALZILLO
1746-1783
Murcia, convento suore agostiniane
Agostino combatte e sconfigge gli eretici
La statua di Francisco Salzillo ci propone un'immagine di Agostino nella sua veste di Dottore della Chiesa intento a debellare le eresie che attraversano la Chiesa nel IV -V secolo. Il santo, che indossa i paramenti episcopali, non porta la mitra in testa, ma il nimbo dei santi che gli avvolge il capo. Il suo volto è teso nell'azione assieme al movimento armonico delle braccia che conferiscono un forte dinamismo al personaggio. La mano destra è fortemente alzata verso l'alto e impugna una penna quasi fosse un'arma per il combattimento di idee con gli eretici, che giacciono schiacciati in basso sotto i piedi del vincitore.
I due eretici sono esanimi e arrendevoli e impugnano a fatica un libro aperto fra le mani.
Assiste alla scena un angioletto che esulta alzando le mani e lo sguardo verso il santo nella sua imponente forza persuasiva.
Le Agostiniane Scalze sono le monache dell'Ordine fondato da san Giovanni de Ribera (1533-1611)arcivescovo di Valencia nel 1596. Juan de Ribera nel 1571 aveva preso contatti senza esito con madre Teresa di Gesù, che nel suo monastero stava introducendo la riforma delle Carmelitane Scalze. Il Ribera si rivolse allora alle canonichesse agostiniane del monastero di San Cristóbal, tra cui troviasmo Dorotea Torrella Escrivana considerata la cofondatrice delle Agostiniane Scalze. Il 25 gennaio del 1596, ad Alcoy, venne posta la prima pietra di quello che divenne il primo monastero di Agostiniane Scalze ed il 18 dicembre del 1597 le quattro religiose presero possesso del luogo. Le Agostiniane Scalze sono diffuse esclusivamente in Spagna ed hanno l'obbligo di osservare la Regola di Sant'Agostino: dal loro fondatore hanno ereditato la devozione eucaristica. Dell'ordine fanno parte 31 tra monache e novizie e 4 monasteri: Alcoy, L'Olleria, Benigánim e Murcia.
La fine della controversia donatista coincise pressappoco con l'inizio di una nuova disputa teologica che impegnò Agostino fino alla sua morte. L'Africa, dove Pelagio ed il suo discepolo Celestio si erano rifugiati dopo il sacco di Roma da parte di Alarico, era diventata il principale centro di diffusione del movimento pelagiano. Già nel 412 un concilio tenuto a Cartagine aveva condannato i Pelagiani per le loro opinioni sulla dottrina del peccato originale, ma, grazie all'attivismo di Agostino, la condanna dei Pelagiani, che avevano avuto il sopravvento in un sinodo tenuto a Diospolis in Palestina, fu reiterata dai successivi concili tenuti a Cartagine e a Milevi. Un secondo periodo di attivismo pelagiano si sviluppò a Roma; papa Zosimo, dopo essere stato convinto da Agostino, nel 418 pronunciò una solenne condanna contro i Pelagiani.
Questi errori ... cercavamo di confutarli ... allo scopo che anche Pelagio, venendone a conoscenza, li correggesse senza essere attaccato personalmente: in tal modo sarebbe stata eliminata la sua funesta dottrina e gli sarebbe stata risparmiata la confusione ... Furono pertanto inviati alla Sede Apostolica dai due Concili di Cartagine e di Milevi rapporti concernenti tale questione prima che arrivassero in mano nostra o nell'Africa i verbali del processo ecclesiastico in cui si afferma che Pelagio si sia giustificato davanti ai vescovi della Palestina.
AGOSTINO, Lettera 186, 2 a Paolino
Francisco Salzillo
Questo celebre scultore spagnolo nato a Murcia era figlio di Nicola Salzillo, anch'egli scultore nativo di Capua che si era trasferito a Murcia per lavorare con Nicolás de Bussy. Nicola aveva sposato Isabel Alcaraz da cui ebbe sette figli. Salzillo è considerato uno dei maggiori rappresentanti del barocco italiano in Spagna. Francisco entrò in seminario presso i Domenicani, ma nel 1727, alla morte di suo padre, dovette abbandonare il convento per non lasciare inattivo il laboratorio di famiglia dove lavoravano i suoi fratelli. Le sue opere sono caratterizzate da un grande spirito religioso, che emerge con prepotenza soprattutto nella produzione dei suoi famosi presepi e nei gruppi scultorei delle processioni della Settimana Santa.
L'ultimo periodo della sua vita fu caratterizzato dai presepi in stile napoletano seicentesco. Le figure del suo presepe composto da 456 personaggi e 372 animali sono conservati nel Museo Salzillo di Murcia a lui dedicato.
Del 1746 è l'immagine in legno policromo di sant'Antonio Abate conservata nella cappella che porta il suo nome. È un'opera piena di dinamismo, simile a quella di sant'Agostino conservata nel convento delle suore agostiniane.
Nella città di Orihuela si possono ammirare la Sacra Famiglia nella chiesa di Santiago e i crocifissi nel Convento di San Francesco. Nella città di Cartagena si trovano la sculture dei quattro Santi cartaginesi Fulgenzio, Leandro, Fiorentina e Criteria.
Francisco Salzillo fu l'antesignano di una scuola che è arrivata in parte fino ai nostri giorni. I suoi discepoli, specialmente Roque López ne continuano lo stile.