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PITTORI: Maestro di Seubersdorf

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

MAESTRO DI SEUBERSDORF

1750-1770

Seubersdorf, chiesa di san Gregorio

 

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

Questa esile statua settecentesca che raffigura sant'Agostino vescovo si trova nella chiesa cattolica parrocchiale di san Gregorio a Seubersdorf. La dicitura alla base della statua ST. AUGUSTINUS indica il santo raffigurato. In ogni caso il cuore fiammante alzato verso l'alto con la mano destra non avrebbe lasciato dubbi in quanto costituisce un simbolo diffuso nella iconografia agostiniana. Nella mano sinistra Agostino regge una penna d'oca a indicare la sua straordinaria produzione letteraria in difesa della ortodossia cattolica.

La moderna chiesa di san Gregorio domina il paesaggio urbano del paese con la sua massiccia torre ed ha sostituito la vecchia chiesa parrocchiale, più antica, dedicata a santa Maria.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3