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PITTORI: Maestro di Siviglia

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo

 

 

MAESTRO DI SIVIGLIA

1700-1750

Siviglia, Monastero femminile di san Leandro

 

Agostino vescovo

 

 

 

Opera di Juan de Oviedo, il convento e la chiesa furono fondati nel 1295 dalle monache agostiniane. Sono state ricoverate nel 1369 in una delle case cedute dal re Pietro I. La costruzione venne terminata tuttavia solo nel 1500.

Il tempio ha forma rettangolare con una sola navata con volta a botte con lunette. Le coperture sono di stile classico con pilastri semplici. Il Coro presenta una volta a botte decorata con stucchi del XVI secolo.

L'edificio conserva al suo interno due pale d'altare di grande interesse, "San Juan Bautista (1621)" e "San Giovanni Evangelista (1632), opera di Martinez Montanes. Possiamo menzionare anche le figure di "Giacomo il Maggiore", "Giacomo il Minore" e un rilievo con il "Martirio di San Giovanni Evangelista" tutte le opere di Francisco de Ocampo.

Un cancello del 1729 nonché un piccolo retablo barocco dedicato a Santa Rita, risalente al secondo quarto del 1700, ne consentono l'accesso.

Vi si giunge da diverse direzioni, fra cui il percorrere la calle Rodríguez Marín che conduce al Tempio di Sant'Ildefonso, con il monumentale ingresso fiancheggiato da due torri leggiadre. La facciata si richiama al nuovo mondo e ricorda le chiese delle missioni d'oltreoceano. Di fronte s'apre l'ingresso al convento di San Leandro, rinomato soprattutto per gli squisiti dolci, ovvero le "yemas de San Leandro" confezionati a base di zucchero e uova dalle monache del monastero appartenenti all'ordine agostiniano. Mattina e pomeriggio la loro ruota (torno) è aperta al pubblico per acquistare questi dolcetti zuccherosi nella scatolina di legno. Sembra di fare un tuffo nel passato: forse il gusto è un po' ruvido, ma valgono il prezzo anche solo per poter suonare il campanello, parlare attraverso la ruota e vederla girare e comparire le yemas.

All'entrata del Convento nel timpano della porta si trova una nicchia dove è conservata una statua di sant'Agostino vestito da vescovo, che probabilmente in origine portava un cuore fiammante nella mano destra.