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Madonna con Bambino in trono, santa Monica, sant'Agostino e angeli
ANONIMO SICILIANO
1700-1750
Palermo, Mercato antiquario
Madonna con Bambino in trono, santa Monica, sant'Agostino e angeli
Il dipinto è una copia di ignoto autore palermitano di una tela di Francesco Solimena è collocata nella Collezione Sestieri a Roma. L'opera ha per titolo la Madonna con Bambino in trono, santa Monica, sant'Agostino e angeli. Il quadro in precedenza è stato segnalato a Londra, Hazlitt Gallery prima del 1968 e a Roma Collezione A. Busiri Vici nel 1964. Il dipinto, che è stato segnalato sul mercato antiquario di Palermo nel 1997, misura cm 77, 5 in altezza e 62.5 in larghezza.
Il soggetto riprodotto in questa tela segue fedelmente l'opera di
Solimena che ha composto una scena grandiosa ed aulica dove si muovono numerosi personaggi sia in primo piano che in secondo piano. La composizione dei quadri di Francesco Solimena è spesso sottolineata da elementi architettonici (scale, archi, balaustre, colonne) che focalizzano l'attenzione sui personaggi, come le ombre e tessuti leggeri.
Al centro della scena c'è la Vergine che siede su un maestoso trono e tiene fra le braccia un Gesù bambino ormai giovinetto. Sopra il capo la protegge una specie di ombrello, simbolo, sin dall'antichità, del cielo.
Ai piedi del trono, a sinistra e a destra rispettivamente troviamo sant'Agostino e santa Monica: il primo invita lo spettatore a partecipare alla scena, mentre la seconda è tutta intenta ad adorare umilmente la presenza del divino in Gesù. Ai piedi del trono un angioletto si rivolge ad Agostino, che sotto il piviale mostra la tunica degli eremitani agostiniani.
Monica è vestita a sua volta con gli abiti delle monache agostiniane. Un nugolo di angioletti avvolgono i personaggi principali ed anche quelli secondari che appaiono dietro le figure su accennate: si tratta di un vescovo a sinistra e di un religioso a destra.
L'opera fu dipinta da Solimena probabilmente sul finire del Seicento (1696-1699) o nel 1700. La copia in oggetto qui presentata è decisamente più tarda e va collocata nella prima metà del Settecento, quando qualche committente, attratto dalla bellezza dell'opera, non potendosi permettere l'originale, ne ha voluto almeno una copia per sé.