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Agostino fonda una biblioteca con i suoi scritti contro gli eretici
MAESTRO DI SUCRE
1760-1780
Sucre, chiesa di san Francesco de Charcas
Agostino fonda una biblioteca con i suoi scritti contro gli eretici
Un anonimo artista settecentesco ha raffigurato su questa tela dipinta a olio sant'Agostino simbolicamente a capo di una Biblioteca.
L'artista ha sostanzialmente concepito la scena reinterpretando qualche stampa del medesimo soggetto, se non addirittura quella dei fratelli Johann Baptist e Joseph Sebastian Klauger, pubblicata nel 1758. In questa composizione non troviamo più la solita discussione fra Agostino e gli eretici: Agostino è piuttosto esaltato nella sua biblioteca, mettendo in evidenza la sua eccezionale attività teologia e pastorale. Agostino, a mezzo busto, campeggia in alto alla Biblioteca con nella mano destra una penna e nella sinistra una chiesa. La mitra che ricorda la sua dignità episcopale è sostenuta da un angioletto. Alle spalle di Agostino un grande libro campeggia con imponenza, mentre da destra raggi di luce colpiscono il suo volto quasi a illuminare e suggerire il suo argomentare.
Agostino fu un convinto assertore della necessità per ogni cristiano di essere informato e conoscere la Parola di Dio. per questo, nella sua stessa regola, aveva ordinato ai suoi monaci di prestare grande cura alla conservazione dei libri e dei testi sacri, dei volumi di esegesi, ai trattati, alle lettere, a ogni scritto che potesse educare i fedeli. Lo stesso Possidio ricorda la cura con cui costituì una biblioteca nei suoi monasteri in Africa.
Le scritte e i testi riportati nell'opera richiamano questo aspetto. Lungo la cornice del mobile si legge: "Palam faciet disciplinam doctrinae suae collaudabunt multi sapientiam eius usque insertum delebitum Eccl. 30, 12", mentre i libri aperti riportano i titoli: "De Trinitate, Ad fratres in eremo, Felicianus, Pelagius, Arius".
Sul margine inferiore appare la scritta: "Vidi librum scriptum intus et foris. Ap. 9". All'estrema destra un bambino guarda verso Agostino vestito della tunica degli agostiniani. Il bambino ricorda il celebre episodio in riva al mare, allorché il santo era immerso nel suo tentativo di dare una risposta al mistero della Trinità.
La Basilica di San Francisco de Charcas è una chiesa fondata dall'ordine francescano nella città di Sucre in Bolivia. I francescani nel 1539 ricevettero in dono una terra da Don Pedro Hinojosa con lo scopo di edificare una chiesa dedicata a San Francesco. Poco dopo fu aggiunta una terra vicina donata da Doña Constanza de Almendras, per costruire un convento. La navata centrale fu completata nel 1580 e l'anno seguente fu inaugurata la chiesa, sebbene la costruzione delle cappelle laterali continuasse negli anni successivi. Nel 1825, il presidente Antonio José de Sucre, che apparteneva a una Loggia massonica, espropriò la chiesa, che diventò un deposito di armi e munizioni. Nel 1868 il tempio fu riaperto al culto cattolico e solo nel 1925 fu riassegnato alla comunità francescana. Nel 1946 San Francisco fu restaurato rispettando la struttura originale dell'antico tempio.
La Basilica di San Francisco è una chiesa dallo stile classico barocco, ma con decorazioni minime e pareti dipinte di bianco con calce tipico dell'architettura coloniale latino americana. La chiesa presenta una navata centrale e una laterale, per cui è completamente asimmetrico sia dall'esterno che all'interno. San Francesco ha una struttura comune alle chiese cattoliche del XVI secolo: un atrio per la congregazione dei fedeli, una porta principale che rappresenta l'ingresso alla salvezza e il corpo di Cristo, una navata centrale come percorso del popolo cristiano verso Salvezza, un primo arco da cui viene ascoltata la Parola di Dio e un secondo che rappresenta la Redenzione. Le pale d'altare, lussuose e dorate, risalgono al Settecento e sono ricche di decorazioni molto cariche tipiche del barocco. La chiesa ha cinque tipi di soffitti a cassettoni rinascimentali, mudéjar e barocchi a cassettoni realizzati in legno e dipinti con colori intensi e oro. La cripta della chiesa conserva i resti dei conquistatori spagnoli che hanno fondato la città.