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PITTORI: Jean Tortebat

La scena del tolle lege a Milano

La scena del tolle lege a Milano

 

 

TORTEBAT JEAN

1700-1705

Clermont, chiesa di san Sansone

 

La scena del tolle lege a Milano

 

 

 

Questa raffigurazione dell'episodio del tolle lege milanese introduce la novità del grande ponte o acquedotto che si vede all'orizzonte. Il resto della composizione di Tortebat segue l'impostazione classica che si ritrova in questo episodio iconografico. Tortebat Jean dipinse l'opera per la chiesa di san Sansone, una chiesa medioevale in stile gotico e rinascimentale situata a Clermont, capoluogo del distretto al centro del dipartimento dell'Oise.

Agostino, è seduto nei pressi di un albero ed ha lo sguardo rivolto verso l'alto da dove scende un fascio di luce entro cui si legge la scritta TOLLE LEGE. Il volto del santo ha un aspetto giovanile e rubicondo: è assai luminoso a differenza della vegetazione circostante piuttosto scialba e amorfa. Lo sfondo è un grandioso giardino con fontane e giochi di architetture, che assicurano una profondità di campo all'intera scena.

Il dipinto riprende un passo delle Confessioni di Agostino, che furono volgarizzate nel medioevo dall'opera divulgativa di Jacopo da Varagine.

 

E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze ... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29

 

 

Costruita alla fine del XII o XIII secolo, la chiesa di Sansone sostituì la collegiata del torrione di Clermont, che fino ad allora aveva servito da chiesa alla città. La nuova chiesa, la cui data di costruzione rimane incerta, fu consacrata nel 1327 da Jean de Marigny sotto il nome di Saint Samson, vescovo di Dol-de-Bretagne. Gli offici religiosi erano assicurati da un Capitolo di Canonici che nel 1489 ottennero una bolla da papa Innocenzo VIII, che attribuiva loro sia la cura che il ministero. Bruciata durante la Guerra dei Cent'anni, intorno alla navata rimase solo la cappella di san Nicola, che era stata fondata nel 1412 da Jean Lecaron, un macellaio, che le aveva assicurato una rendita. In questa Cappella furono celebrate le funzioni fino alla ricostruzione della chiesa. Nel 1506 il nuovo edificio fu consacrato da Louis-Villers de l'Isle-Adam, vescovo di Beauvais che istituì la celebrazione della festa della traslazione delle reliquie di san Sansone, ottenute nel 1652 da mons. Choart de Buzenval, vescovo di Beauvais.

Per molto tempo santa Barbara è stata considerata la terza patrona della chiesa. La volta della navata fu completamente restaurata nel 1870-1871. Il cimitero, situato presso l'abside della chiesa, fu soppresso nel 1788 e nel 1828 sul posto fu piantata una croce.

 

 

Jean Tortebat

Jean Tortebat nacque nel 1652 a Parigi. Era il ventinovesimo figlio di François Tortebat, a sua volta valente pittore, che fu ammesso all'Accademia Reale dei Pittori nel 1663. Suo padre morì a Parigi nel 1690 all'età di 74 anni. Allievo del padre, Jean Tortebat mostrò presto la sua inclinazione alla pittura e già nel 1672 riuscì a vincere il terzo premio al concorso di Roma. Questo successo gli permise di ricevere vari strumenti pittorici.

Fu un ritrattista ricercato da personaggi importanti del suo tempo e divenne membro dell'Accademia nel 1699. L'artista rivela nelle sue opere ottime abilità nel disegno e una esecuzione, che spiegano perché riceveva molte commissioni. Jean Tortebat morì a Parigi 1718 e venne sepolto nel cimitero di Saint-Paul. Non si sposò, forse come conseguenza dell'aver vissuto in una famiglia numerosa. L'esempio del padre lo aveva probabilmente dissuaso dal matrimonio.