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Agostino e gloria di santi
VACCARO DOMENICO ANTONIO
1700
Roma, Collezione De Bellis
Agostino e gloria di santi
Il dipinto che è passato sul mercato antiquario veneziano, oggi si trova in una collezione privata a Roma. L'opera raffigura un'affollata gloria di santi circondata da storie della Vergine Maria. I santi raffigurati sono riconoscibili grazie ai loro attributi iconografici. Osserviamo sant'Agostino e Monica al centro in primo piano, quindi Filippo Neri, Ignazio di Loyola, Girolamo, Antonio da Padova, Nicola da Tolentino, Raffaele, Michele arcangelo ed altri ancora. Le storie della vergine sono racchiuse in nove tondi disposti attorno alla cornice.
Il dipinto viene attribuito a Domenico Antonio Vaccaro, pittore napoletano (1678-1745) e fu realizzato in un periodo del percorso artistico del poliedrico artista, architetto e scultore, caratterizzato da una pennellata brillante e da un meditato processo di revisione dell'impostazione di Giordano a favore di una composizione concretamente solida e di forte monumentalità. Nella stesura dell'opera è possibile apprezzare il delicato passaggio che avvenne a cavallo del secolo tra il barocco aulico della tradizione locale e le sottili concezioni del nuovo stile rocaille che segnerà gran parte del Settecento.
Domenico Antonio Vaccaro
Figlio dello scultore Lorenzo Vaccaro fu avviato dal padre verso gli studi giuridici. Tuttavia Domenico amava applicarsi di nascosto al disegno. Nonostante l'opposizione paterna Domenico sviluppò l'arte del disegno tanto da mettersi a dipingere. Quando il padre vide i suoi lavori acconsentì a coltivare la sua inclinazione e il giovane Domenico frequentò dapprima la bottega paterna e poi quella del pittore Francesco Solimena dove apprese le tecniche di pittura. Lì conobbe il giovane Ferdinando Sanfelice e tra di loro nacque una reciproca stima. Nel 1691 realizzò insieme al padre il Carro del Battaglino per la Chiesa dell'Immacolata Concezione e Purificazione di Maria de' nobili in Montecalvario.
Nel 1705 suo padre Lorenzo venne ucciso da due sicari. Dopo quattro giorni lavorò ai marmi decorativi nella Chiesa di San Giorgio Maggiore lasciati incompiuti dal padre. Tra il 1710 e il 1711 lavorò insieme a Sanfelice, Andrea d'Aste e Domenico Catuogno alla decorazione del Duomo di Amalfi. Nel 1717 avviò i lavori di rifacimento alla chiesa di Santa Maria della Pace, occupandosi della progettazione degli stucchi, marmi, tele e inferriate. Lavora moltissimo: nella nuova chiesa di San Francesco delle Cappuccinelle, per la chiesa di Santa Maria della Concezione a Montecalvario, nella cripta di San Paolo Maggiore, nella chiesa di San Domenico Maggiore e fornisce i disegni per una statua di San Guglielmo per il Santuario di Montevergine. Nel 1721, dall'unione con Giuseppina Pierro, nacque Filippo, primo dei suoi dieci figli. Dirige la fabbrica del restauro della Chiesa della Santissima Annunziata di Casamarciano, lavora presso la chiesa di San Domenico Maggiore, disegna il pavimento della Chiesa di Santa Maria Vecchia e della Basilica di San Lorenzo Maggiore.
Domenico Antonio firmò, nel 1728, le tele nella chiesa di Santa Maria di Monteverginella. Nel 1729 lavorò presso il Teatro Nuovo e presso i chiostri della Basilica di Santa Chiara. Nel 1731 diresse i lavori del Palazzo dei principi di Roccella e della Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. Dopo il sisma del 1732, fu incaricato della ricostruzione del Palazzo abbaziale di Loreto, del restauro della Chiesa dei Santi Bernardo e Margherita a Fonseca. Fu l'autore del rifacimento del complesso abbaziale di San Guglielmo del Goleto ed eseguì gli affreschi del passetto della Regina al Palazzo Reale di Napoli. Intorno al 1742 progettò l'altare maggiore della basilica di San Giovanni Maggiore. Vaccaro morì nel 1745, lasciando incompiute diverse fabbriche che furono concluse dai figli architetti e da altri. Tra i suoi allievi si ricordano Francesco Pagano, Giuseppe Astarita, Giovanni del Gaizo, Luca Vecchione, Antonio Donnamaria, Filippo Falciatore e Ludovico Vaccaro.