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Agostino e il bambino sulla spiaggia
MAESTRO MALTESE
1765
La Valletta, chiesa di sant'Agostino
Agostino e il bambino sulla spiaggia
Sulla facciata della chiesa di sant'Agostino a La Valletta troviamo questa scultura che ricorda un celebre episodio leggendario legato alla ricerca del mistero della Trinità. Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento.
L'episodio descritto è abbastanza conosciuto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.
Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa.
Nella scenografia scelta dall'autore, oltre alla presenza di Agostino e di un bambino in riva al mare, troviamo pure, in alto l'espressione della Trinità sotto le forme del Padre, di Cristo e dello Spirito Santo in aspetto di colomba.
La chiesa di sant'Agostino è una delle chiese costruite durante la creazione della nuova città di La Valletta ed è stata originariamente costruita tra il 1571 e il 1596 da Girolamo Cassar, architetto dei Cavalieri di San Giovanni.
Dopo il grande assedio di Malta, nel 1565, Jean La Valette, grande maestro dell'Ordine di S. Giovanni, aveva deciso di costruire una nuova città. I cavalieri di Malta erano sotto la regola di S. Agostino e conseguentemente si sentivano molto vicini agli Agostiniani. Oltre a ciò, a un agostiniano italiano, più tardi priore generale dell'Ordine, fra Spirito Pelo Angosciola, un predicatore famoso presso i Cavalieri, fu chiesto da La Vallette di tenere il 28 marzo 1566 il discorso alla posa della prima pietra della città. Nel 1571 fu firmato un contratto nel quale agli Agostiniani veniva assegnato un intero “quartiere” per poter costruire un monastero e una chiesa.
Gravemente danneggiata dal terremoto del 1693, la chiesa fu ricostruita nel 1765 con una pianta a croce greca e in stile barocco. L'architetto Anton Cachia era responsabile del progetto, mentre il maestro Giuseppe Bonnici era responsabile dei lavori di costruzione. La chiesa fu benedetta dal vescovo Vincenzo Labini e fu consacrata dal vescovo di Gozo, l'agostiniano Giovanni Maria Camilleri il 1 luglio 1906. Divenne chiesa parrocchiale nel 1968 su decisione dell'Arcivescovo Mons. Michael Gonzi.
Questa nuova parrocchia originata da quella di San Domenico abbraccia un quarto della popolazione di La Valletta.
La sala di sant'Agostino, adiacente alla chiesa, fa parte del piano originale di Cassar. Numerose opere d'arte presenti all'interno della chiesa sono originali della prima chiesa. Tra questi ricordiamo un dipinto cinquecentesco di Mattia Preti che raffigura san Nicola da Tolentino, che si trova nella cappella dello stesso santo. Nella prima cappella a sinistra, c'è un dipinto che raffigura Giovanni di Sahagun, un agostiniano che nacque in Spagna nel 1430. Proviene dalla scuola di Preti. La chiesa è famosa per la statua di Santa Rita, la cui festa viene celebrata a maggio con una processione per le strade di La Valletta.