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Madonna della cintura in Gloria
MAESTRO VENETO
1770
Località sconosciuta
Madonna della cintura in Gloria con sant'Agostino
Quest'opera di autore ignoto raffigura la Madonna della cintura in Gloria e Santi, tra cui si può distinguere, inginocchiato a destra, la figura del vescovo Agostino. La tela appartiene all'orizzonte culturale e artistico dell'Italia nord-orientale.
L'opera è piuttosto ampia e misura 220 x 100 cm ed è stata realizzata nel 1770 con la tecnica della pittura a olio.
La Vergine assisa su una nube, si sta torcendo per meglio consegnare un mazzo di cinture che tiene fra le mani. Ai suoi piedi si nota una triade di personaggi in preghiera cui si aggiungono un paio di personaggi più interessati a osservare la Vergine che a partecipare all'evento.
Sulla immediata sinistra si nota una donna inginocchiata con le mani giunte in preghiera: è vestita alla contadina senza molte pretese né abiti speciali che la facciano riconoscere. potrebbe essere anche santa Monica che unitamente compare nei soggetti con la a tema la Vergine della Cintura.
Al dentro troviamo san Rocco o san Giacomo che hanno le vesti del pellegrino conformemente ad una duratura e tradizionale iconografia. A destra si nota sant'Agostino, vestito da vescovo con il bastone pastorale per terra e un grande libro aperto ai suoi piedi.
Il viso del santo è quello di una persona anziana: porta una folta barba che gli scende fino al petto.
La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant'Agostino. La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l'ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un'ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e penitenziale. La veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio ad indossarla. Fra i primi ci fu sant'Agostino e, poco per volta, la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell'ordine degli Agostiniani e di quanti hanno regole di vita che traggono spunto da sant'Agostino. La cintura nel mondo romano ed in questo contesto in particolare, aveva un valore simbolico ed indicava un legame (non a caso giocava un ruolo importante nel matrimonio dell'età classica), in un rapporto certamente di livello impari, di sottomissione che comportava una protezione, espressa da parte della Madonna nella forma del Patrocinio. Nella coroncina da recitarsi ogni giorno da parte dei "cinturati" questo accessorio viene interpretato come l'umanità di Cristo che per amore ha sparso il Suo sangue per le Sue creature. Portare la cintura equivale ad avere di fronte a sé il volto del Redentore e deve aiutare a tenere un comportamento aderente al Vangelo, secondo la volontà del Signore. Sono frequenti le immagini in cui si ritrae la Vergine, in alto, tra santa Monica e sant'Agostino in atto di donare la propria cintura: la Madonna appare con il Bambino in braccio, elemento che manca nel racconto tradizionale e non indossa affatto un abito scuro ma è raffigurata quasi sempre con la veste rosa e azzurra: il colore penitenziale rimane solo per la cintura che offre ai fedeli anche perché il nero o il marrone sono due colori capaci di evidenziare il particolare all'interno della composizione pittorica. L'iconografia della Madonna della Cintura è simile in vari casi a quella della Vergine del Rosario e la stessa Cintura si può confondere con quello strumento di preghiera: come nel caso della Madonna di Pompei, anche la Vergine della Cintura viene sovente raffigurata fra due santi uno di sesso maschile e l'altro femminile.