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PITTORI: Maestro di Villefranche

Agostino sul letto di morte guarisce un malato

Agostino sul letto di morte guarisce un malato

 

 

MAESTRO DI VILLEFRANCHE

1780-1790

Villefranche-de-Rouergue, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino sul letto di morte guarisce un malato

 

 

 

L'opera si trova nella chiesa di sant'Agostino a Villefranche-de-Rouergue, un edificio che apparteneva al Convento degli eremitani agostiniani. Oltre a questo quadro che raffigura sant'Agostino sul letto di morte mentre guarisce un malato, ne esiste un secondo che illustra il Battesimo di Agostino a Milano per mano del vescovo Ambrogio. L'opera, un olio su tela di forma rettangolare, risale alla seconda metà del Settecento. I dipinti abbelliscono i prospetti nord e sud dell'ingresso del coro. Le cornici sono in legno tagliato, modanato e dorato.

L'episodio descritto dal pittore viene citato in due opere, una di Possidio, primo biografo di Agostino, e l'altra in Jacopo da Varagine, che riprende il contenuto di una tradizione leggendaria che nacque probabilmente proprio con Possidio.

 

Intanto venne da lui un ammalato a domandargli con insistenza che lo guarisse ed egli rispose:

- Figlio mio, credi tu che se io ne avessi avuto il potere non ne avrei usato prima per me? Ma l'ammalato insisteva dicendo che in una visione gli era stato dato questo comando. Vedendo la sua fede, il santo gli impose le mani e lo guarì.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

29. 5. Parimenti, mentre era malato e stava a letto, venne da lui un tale con un suo parente malato e lo pregò di imporre a quello la mano perché potesse guarire. Agostino gli rispose che, se avesse avuto qualche potere per tali cose, in primo luogo ne avrebbe fatto uso per sé. Ma quello replicò che in sonno aveva avuto un'apparizione e gli era stato detto: « Va' dal vescovo Agostino perché imponga a costui la sua mano, e sarà salvo ». Appreso ciò egli non indugiò a fare quel che si chiedeva, e il Signore subito fece andar via guarito quel malato dal suo letto.

POSSIDIO, Gesta Augustini 29, 5

 

Il dipinto raffigura Agostino, malato, disteso sul letto. È circondato da un gruppo di figure maschili, tra cui in primo piano un canonico regolare agostiniano. Il santo è sostenuto da una figura giovane in piedi sul lato sinistro e guarisce miracolosamente un giovane inginocchiato davanti al suo letto. Il giovane è sostenuto da una figura anziana, probabilmente suo padre. Agostino alza il suo sguardo al cielo, dove in una nuvola si rivelano alcune teste di cherubini. La cornice presenta una decorazione geometrica. La tela misura 450 cm in altezza e 250 in larghezza. La vernice della tela è scurita e ingiallita.

Il dipinto in alto a destra presenta un'iscrizione tratta dal Salmo 50 intitolato Miserere mei Deus e più precisamente dal Salmo 50,3: "Miserere mei Deus secundum magnam; misericordiam tuam. Et secundum multitudinem miserationum tuarum dele iniquitatem meam" che significa: "Abbi pietà" su di me, mio Dio, secondo la tua grande misericordia; e cancella la mia iniquità secondo la moltitudine delle tue misericordie; lava sempre più la mia iniquità e purificami dal mio peccato.

La tela potrebbe derivare da composizioni risalenti alla seconda metà del Settecento e può essere accostata in particolare al ciclo pittorico eseguito tra il 1748 e il 1753 da Carle Van Loo per la chiesa parigina di Notre-Dame-des-Victoires. Non se ne conosce l'autore e probabilmente fu eseguito da un pittore attivo a livello locale.

 

 

L'attuale chiesa di sant'Agostino sostituisce una prima cappella costruita nell'area del convento nel 1488. Jean Nicolas de Pomairols nel suo testamento datato 1507, impose ai suoi discendenti la costruzione di una cappella funeraria nella chiesa del convento degli Agostiniani. Nel 1520 i consoli Guillaume de Roqua, Etienne Garrigarum, Jean Patras e Guillaume Caussé avviarono la costruzione di una nuova chiesa conventuale. Nel 1522 il Papa a tale scopo concesse la grazia generale al convento agostiniano di Villefranche-de-Rouergue. Purtroppo nel 1563 il convento fu abbandonato da tutti i suoi religiosi per l'arrivo dei protestanti e l'edificio fu trasformato in collegio, per ordine di mons. Jacques de Corneillan, vescovo di Rodez fino al 1585. Dal 1818 iniziarono i lavori di restauro della chiesa che fu riaperta al culto nel 1822. Dal 1845 al 1846 il sacerdote Vidal lavorò per abbellire la chiesa creando quattro finestre alte durante la ristrutturazione del tetto. Tra il 1861 e il 1862 il campanile fu ricostruito in stile neogotico su progetto dell'architetto Etienne-Joseph Boissonnade. Nel 1963 la parrocchia di sant'Agostino fu dismessa ed i locali sono utilizzati per eventi culturali.