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PITTORI: Weigeli Cristoforo

Sant'Agostino cardioforo in contemplazione della Trinità

Sant'Agostino cardioforo in contemplazione della Trinità

 

 

WEIGELI CRISTOFORO

1725

Norimberga, stampa

 

Sant'Agostino cardioforo in contemplazione della Trinità

 

 

 

Questa incisione settecentesca venne realizzata probabilmente a Norimberga.

Il testo a commento della immagine ricorda la figura e la vita di Agostino sintetizzandone gli elementi essenziali:

S. AUGUSTINUS

Afer natus Thagastae. Doctor Ecclesiae, et Hipponensis Episcopus insitutus Apostolorum tempore Canonicos Regulares restauravit Primum monasterium fundavit in Africa. Regulam scripsit in senio. Mortuus anno 430 die 28 Augusti. Aetatis fuit 76.

 

Il santo è seduto nel proprio studio davanti alla propria scrivania di lavoro: poco discosto si vede infatti un libro aperto sullo scrittoio. La mano destra di Agostino sta reggendo nel palmo un cuore fiammante, che costituisce un diffuso simbolo agostiniano. Lo sguardo del santo è rivolto verso l'alto in direzione di una nuvola da cui proviene una forte luce dovuta alla presenza di un triangolo che simbolizza la Trinità.

L'immagine simbolica vuole esprimere il profondo anelito di Agostino nel desiderio di conoscere il mistero della stessa Trinità. Agostino è seduto: la scena si svolge in un luogo chiuso. A destra un angioletto partecipa all'azione stringendo fra le mani il bastone pastorale e la mitra di Agostino. Il santo ha il capo avvolto da un nimbo e indossa il piviale episcopale.

Il volto del santo esprime una grande serenità, ma anche autorevolezza che gli deriva dall'età raggiunta. Presenta la testa calva e una folta barba che gli scende dal mento fin sul petto.

L'opera è stata realizzata con la tecnica dell'incisione su rame e'acquaforte. Le dimensioni della stampa, compresi i margini bianchi, è di cm. 34,5x20 circa E' ancora in buono stato di conservazione con qualche macchia dovuta principalmente al tipo di supporto cartaceo.

 

[...] Inoltre, partendo dalla creatura, opera di Dio, ho cercato, per quanto ho potuto, di condurre coloro che chiedono ragione di tali cose, a contemplare con l'intelligenza, per quanto era loro possibile, i segreti di Dio per mezzo delle cose create e ho fatto particolarmente ricorso alla creatura ragionevole e intelligente, che è stata creata ad immagine di Dio, per far loro vedere, come in uno specchio, per quanto lo possono e, se lo possono, il Dio Trinità, nella nostra memoria, intelligenza e volontà. Chiunque, con una intuizione viva, vede che queste tre potenze, in virtù di una intenzione divina, costituiscono la struttura naturale del suo spirito; percepisce quale cosa grande sia per lo spirito il poter ricordare, vedere, desiderare la natura eterna ed immutabile, la ricorda con la memoria, la contempla con l'intelligenza, l'abbraccia con l'amore, certamente vi scopre l'immagine di quella suprema Trinità. Per ricordare, vedere, amare quella suprema Trinità deve ad essa riferire tutto ciò che vive perché tale Trinità divenga oggetto del suo ricordo, della sua contemplazione e della sua compiacenza. Tuttavia ho mostrato, per quanto mi sembrava necessario, che questa immagine che è opera della stessa Trinità, che è stata deteriorata dalla sua propria colpa, si deve evitare di compararla alla Trinità come se le fosse in tutto simile, ma si deve vedere anche una grande dissomiglianza in questa tenue somiglianza.

AGOSTINO, De Trinitate, XV, 39