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PITTORI: Maestro di Zdanov

Sant'Agostino vescovo e il Bambino sulla spiaggia

Sant'Agostino vescovo e il Bambino sulla spiaggia

 

 

MAESTRO DI ZDANOV

1750-1800

Zdanov, Parco cittadino

 

Sant'Agostino vescovo e il Bambino sulla spiaggia

 

 

 

Questa interessante statua che raffigura sant'Agostino con il bambino della conchiglia si trova nel parco cittadino di Ždánov, un piccolo villaggio di poche centinaia di abitanti, che si trova nel distretto di Domazlice nella regione di Pilsen. Nei primi mesi del 2012 ci sono stati 146 abitanti.

La scena rappresenta un episodio leggendario legato alla ricerca agostiniana del mistero della Trinità.

Agostino è raffigurato come un anziano vescovo, dalla folta barba riccioluta che regge fra le mani un grande libro. Il suo sguardo è rivolto verso il cielo e l'intero suo corpo con la sua postura partecipa al desiderio estatico di comprendere il mistero trinitario.

Ai suoi piedi un fanciullo gioca con una conchiglia prendendo l'acqua del mare per versarla in una buca sulla spiaggia.

Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149).

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.

Ma come poi tutto ciò fu collegato ad Agostino ? Due possono essere le spiegazioni: primo che necessitava un protagonista alla storia stessa e Agostino era l'uomo adatto in quanto era considerato un sommo teologo. La seconda spiegazione sta nella diffusione del testo di un apocrifo in cui san Gerolamo (come è stato anticipato all'inizio) discute con Agostino sulle capacità umane di comprendere il mistero divino. In ogni caso la prima volta che si incontra questa leggenda applicata ad Agostino corre nell'anno 1263. In margine va ricordata la disputa sul luogo dove si sarebbe svolto l'incontro tra Agostino e Gesù Bambino: sulla spiaggia di Civitavecchia o di Ippona ?

Gli Eremitani e i Canonici si batterono a lungo sul tema, soprattutto perché ciascuno sosteneva che Agostino era stato il vero fondatore del loro Ordine religioso.