Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Trecento: Scuola senesePITTORI: Scuola senese
Madonna col Bambino tra i santi Agostino e Nicola da Tolentino
SCUOLA SENESE
1350-1370
Amelia, chiesa di sant'Agostino
Madonna col Bambino tra i santi Agostino e Nicola da Tolentino
L'affresco che raffigura l'immagine della Madonna col Bambino tra sant'Agostino, san Nicola da Tolentino e angeli musicanti si trova nella lunetta soprastante il portale ad arco acuto, che a sua volta presenta una ricca articolazione in stipiti, colonnine e fasce decorate da bassorilievi allegorici rappresentanti tralci di vite e animali fantastici e mostruosi.
L'affresco è ritenuto opera di scuola senese del Trecento.
La presenza di Nicola da Tolentino, monaco agostiniano è quanto mai interessante poiché attesta il già diffuso culto nei suoi confronti, ancor prima della canonizzazione. In effetti solo venti anni dopo la sua morte, nel 1325, ebbe inizio il processo di canonizzazione. Gli atti, con la deposizione di 371 testi, furono presentati al papa nel 1326, ma la solenne canonizzazione avvenne soltanto nel 1446.
Eretta su una precedente pieve dedicata a san Pancrazio, la chiesa di sant'Agostino fu costruita in stile gotico per ospitare la prima comunità di frati agostiniani stabilitasi ad Amelia nel 1266 per iniziativa del vescovo di Narni Orlando. La chiesa fu consacrata nel 1288.
Nicola da Tolentino nacque nel 1245 a Sant'Angelo in Pontano un paesino nelle vicinanze di Fermo. I suoi genitori, forse Compagnono de Guarutti e Amata de Guidiani, erano gente pia e profondamente religiosa. La leggenda della sua vita rappresentata da un ignoto pittore giottesco detto Maestro della Cappella di San Nicola, narra come i suoi genitori, ormai anziani, si fossero recati a Bari su consiglio di un angelo in pellegrinaggio alla tomba di san Nicola di Mira, per avere la grazia di un figlio.
Ritornati a Sant'Angelo concepirono finalmente il figlio desiderato e, contenti di aver ricevuto la grazia richiesta, lo chiamarono Nicola. Il giovane Nicola entrò nell'Ordine degli Eremitani di sant'Agostino. Si distinse a tal punto nei suoi studi che, prima che essi fossero compiuti, fu eletto canonico della chiesa di san Salvatore. Ascoltando una predica di un eremitano agostiniano sulla frase latina Nolite diligere mundum, nec ea quae sunt in mundo, quia mundus transit et concupiscenzia ejus ("non amate il mondo, né le cose che sono del mondo, perché il mondo passa e passa la sua concupiscenza"), si sentì chiamare alla vita religiosa.
Implorò allora l'agostiniano di ammetterlo nel proprio Ordine, e i suoi genitori acconsentirono con gioia. Così a 14 anni, è l'epoca dello scontro tra re Manfredi, figlio di Federico II, e papa Alessandro IV per i territori pontifici, entra fra gli Eremitani di Sant'Agostino di Castel Sant'Angelo, suo luogo natale, come oblato, cioè ancora senza obblighi e voti. Già prima della sua ordinazione venne mandato in diversi monasteri dell'ordine: San Ginesio, Recanati, Macerata e altri, e i biografi mettono in evidenza che fu un modello di generoso impegno verso la perfezione.
Nel 1274 viene ordinato sacerdote a Cingoli. La comunità agostiniana di Tolentino diventa la sua "casa madre"; e suo campo di lavoro è il territorio marchigiano con i vari conventi dell'Ordine, che lo accolgono via via nell'itinerario di predicatore. Anche le regole monastiche più severe alleggeriscono di solito certi obblighi (lunghe preghiere, digiuni) per chi è in viaggio o fuori sede. Lui invece non si fa mai sconti, perché dappertutto si sente a casa sua: dunque, preghiere e penitenze sempre. E alla gente quasi non sembra vero, perché all'ingrosso s'immagina l'asceta in un quadro di severità e di mestizia. Padre Nicola, invece, è un asceta che diffonde sorriso, un penitente che mette allegria. Lo ascoltano predicare, lo ascoltano in confessione o negli incontri occasionali, ed è sempre così: lui viene da otto-dieci ore di preghiera, dal digiuno a pane e acqua, e immediatamente fa il gesto e dice le parole che spargono sorriso. Molti vengono da lontano a confessargli ogni sorta di misfatti, e vanno via arricchiti dalla sua fiducia gioiosa. Dopo la sua ordinazione, predicò soprattutto a Tolentino, dove fu trasferito intorno al 1275. Nel convento agostiniano di Tolentino fra Nicola rimase fino alla sua morte nel 1305.
Nicola da Tolentino fu santificato per le sue virtù e costituisce il primo santo trecentesco dell'Ordine agostiniano nato solo nella seconda metà del Duecento.