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PITTORI: Niccolò di Bonaccorso

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

NICCOLO' DI BONACCORSO

1370 - 1388

Boston, Museum of Fine Arts

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Pittore toscano attivo fra il 1370 e il 1388, anno della sua morte. Poco si sa sulla vita di Bonaccorso: forse fu nativo di Prato. Stilisticamente segue la corrente pittorica trecentesca in stile senese.

Niccolò di Buonaccorso è registrato nel 1355 come pittore nell'elenco pittori della gilda a Siena. Se è vero che Niccolò era figlio del pittore Buonaccorso di Pace e avrebbe potuto essere nato intorno al 1348, e considerando che nel supplemento aggiunto tra 1378 e 1386 per il pittore gilda del 1356 Niccolò di Buonaccorso è stato registrato dopo Andrea Vanni, l'artista carriera iniziata poco prima di quelli previsti dalla Palladino, molto probabilmente nel tardo 1360. Sono note due opere firmate da lui. Una di queste è Lo sposalizio della Vergine, che risale al 1380 e che fa parte di una serie di pannelli, appartenuti probabilmente a un trittico. La scena è quasi certamente la parte centrale di un trittico portatile, le cui ali sono ora mancanti. L'artista ha mantenuto la dedizione alla linea sinuosa introdotta da Duccio e introduce un forte realismo che si evidenzia nel particolare dei vestiti che forniscono gli effetti di tendaggi. Gli eventi narrati sono ricchi di particolari fra cui si distingue la grande trama di stoffa che con fantasia fa un largo uso di oro. L'altra opera è un polittico, ora frammentario, che è datato 1387.

La sua fase pittorica più antica sembra essere stata ispirata prima dai seguaci tardivi di Simone Martini e dei fratelli Memmi, come il Maestro di Palazzo Venezia e Naddo Ceccarelli. Più tardi seguì la lezione anche di Jacopo di Mino del Pelliciaio.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6