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Reliquiario di Santa Giuliana con Agostino vescovo e santi
CATALUZIO DI PIETRO da Todi
1376
Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria
Reliquiario di Santa Giuliana con Agostino vescovo e santi
L'opera è una manifattura umbro-senese della seconda metà secolo XIV. E' nota come Reliquiario di Santa Giuliana e fu realizzato probabilmente nel 1376 a Perugia, per la chiesa di Santa Giuliana. Il Reliquiario ha una copertura in rame dorato e smalti opachi e raffigura la Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista, Agostino, Agnese, Pietro, Paolo, Giuliana, un santo francescano, due santi vescovi e una santa.
Il reliquiario era completato da una testa-reliquiario della Santa in rame dipinto, con ogni probabilità la parte più antica, oggi conservata nel Metropolitan Museum of Art di New York.
Al reliquiario venne aggiunta una cuspide, che fu eseguita nel 1852 su commissione della badessa Ermelinda Montesperelli per sostituire quella originaria, che veniva ritenuta troppo semplice. Venne disegnata da Nicola Benvenuti ed eseguita dall'orafo Diomede Martelli.
Il reliquiario divenne proprietà dello Stato nel 1863 ma è rimasto in deposito presso le suore e solo nel 1910 passa alla Galleria Nazionale di Perugia.
Il Reliquiario ha una forma a tempietto esagono e nelle formelle in basso sono eseguite con smalti traslucidi alcune figure di santi. Nelle piccole edicole in alto sono state inserite delle statuine.
Si sono fatte varie ipotesi sul possibile artista che realizzò l'opera, Si sono proposti i nomi degli orafi senesi o di bottega di Giovanni di Bartolo (documentato dal 1363 al 1385) e di Cataluzio di Pietro da Todi (1340 circa, documentato sino al 1400, muore entro il 1419).
Si ritiene che la testa-reliquiario ed il reliquiario a tempietto siano stati assemblati ab antiquo, ma realizzati non solo da artisti diversi, ma anche in tempi e luoghi differenti e non per gli stessi committenti.
In un tale contesto Giovanni di Bartolo è stato proposto dalla critica per la testa-reliquiario mentre è stata avanzata l'ipotesi che l'edicola gotica possa essere stata invece realizzata nella botttega di Cataluzio di Pietro da Todi, anche per le caratteristiche degli smalti in essa inseriti che trovano possibilità di confronti di grande interesse con quelli che decorano il grande calice e la patena con la firma di Cataluzio un tempo nella sacrestia di San Domenico a Perugia.