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PITTORI: Cecco di Pietro

Cristo in pietà tra santa Caterina d'Alessandria e santa Lucia, San Gregorio Magno e santa Maria Maddalena, Santa Margherita d'Antiochia e sant'Agostino

Cristo in pietà tra santa Caterina d'Alessandria e santa Lucia, San Gregorio Magno

e santa Maria Maddalena, Santa Margherita d'Antiochia e sant'Agostino

 

 

CECCO DI PIETRO

1371-1402

Pisa, Museo Nazionale di S. Matteo

 

Cristo in pietà tra santa Caterina d'Alessandria e santa Lucia, San Gregorio Magno e santa Maria Maddalena, Santa Margherita d'Antiochia e sant'Agostino

 

 

 

Il polittico di Cecco di Pietro è conservato a Pisa, Museo Nazionale di S. Matteo. La struttura complessa della tavola ha come episodio centrale il Cristo in pietà tra santa Caterina d'Alessandria e santa Lucia. Al riquadro centrale fanno da corona du scomparti: uno a sinistra con i santi Gregorio Magno e Maria Maddalena; e uno a destra con i santi Margherita d'Antiochia e Agostino. Noto con il titolo tradizionale di Polittico della Pietà la tavola misura cm 121 in altezza e 248 in larghezza. Sant'Agostino vi è stato raffigurato come vescovo e Dottore della Chiesa con la mitra in testa e il bastone pastorale e un libro fra le mani. Interessante notare che sotto il piviale si nota la tunica nera degli agostiniani così come la cocolla sulla spalle. Questo particolare denota una committenza nel'ambito dell'ordine agostiniano che voleva rimarcare la diretta discendenza dell'ordine stesso dalla figura di sant'Agostino come suo fondatore diretto.

 

 

Cecco di Pietro

Cecco di Pietro, pittore pisano, fu attivo nella seconda metà del Trecento. Della nascita e della formazione artistica in età giovanile si conosce pochissimo: si sa tuttavia che un documento del 1351 parla di un Cecco Pieri abitante a Lucca presso il pittore Paolo di Lazzarino, che potrebbe corrispondere a lui. Se così fosse, sarebbe nato verso il 1330. Nel 1370 Cecco viene citato come collaboratore di Francesco di Neri da Volterra in un lavoro al Camposanto a Pisa. Nel frattempo produsse diverse tavole con una propria autonoma attività artistica. Nel 1380 è ricordato fra gli Anziani del Popolo del quartiere di Ponte a Pisa. Nel 1385 riceve un compenso per la pittura di una bandiera per il duomo pisano e l'anno dopo firma diversi dipinti su tavola. Da un documento del 28 marzo 1402 risulterebbe già morto. Non essendosi conservata alcuna opera di Paolo di Lazzarino, non è possibile verificare l'influsso che ebbe sul giovane Cecco, mentre sembra più probabile che egli abbia subito l'influsso di Francesco di Neri da Volterra. Nelle sue prime opere, dal disegno angoloso e dalla fattura pedantesca, s'intravede di già lo stile del modellato energico del volterrano. Nelle sue opere della maturità Cecco abbandonerà la ricerca dell'effetto plastico, insistendo sui contorni incisivi e su quella semplicità delle raffigurazioni. La sua pittura accoglie poco i suggerimenti senesi o le aspirazioni fiorentine alla forma monumentale. Preferisce restare fedele alle tradizioni della pittura locale.