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PITTORI: Cennini Cennino

ant'Agostino e San Gregorio Magno

Sant'Agostino e San Gregorio Magno

 

 

CENNINI CENNINO

1390-1399

Berlino, Gemäldegalerie, Staatliche Museen

 

Sant'Agostino e San Gregorio Magno

 

 

 

Le due tavole che raffigurano sant'Agostino, a sinistra, e san Gregorio Magno papa, a destra, costituiscono due sportelli di un ben più grande polittico. Gli sportelli, dipinti con la tecnica  a colore su tavola di legno, misurano 100 cm di altezza 100 e 41 di larghezza. I fondi oro permettono di dare maggiore risalto alle immagini dei due Dottori della Chiesa.

Gregorio è facilmente riconoscibile perché porta la tiara in testa.

Agostino invece è stato raffigurato con gli abiti episcopali ed i relativi attributi, la mitra in testa e il bastone pastorale nella mano destra. Con la sinistra il santo regge un libro aperto contro il petto. Il viso di Agostino ha un'espressione matura e un colorito scuro. Una folta barba riccioluta gli avvolge il mento. Il piviale è semplice ma molto elegante.

 

 

Cennino Cennini

Nacque a Colle di Val d'Elsa verso il 1370 e morì a Firenze nel 1440. Toscano di origine fu influenzato da Giotto e divenne allievo per una dozzina d'anni di Agnolo Gaddi, come egli stesso riconobbe quando scrisse il suo Libro dell'Arte. Le scarne notizie sulla sua vita si trovano nel suo libro oppure sono state tramandate dalla biografia che Giorgio Vasari scrisse di Agnolo Gaddi, che fu pubblicata nelle Vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri.

Nel 1398, Cennino si trova sicuramente a Padova e la composizione del libro sopra citato risale proprio a questo periodo veneto come si può supporre dai particolari vocaboli utilizzati. Frutto di dicerie leggendarie sarebbe invece la sua prigionia in vecchiaia nel carcere delle Stinche. Cennini è ricordato soprattutto per il suo Libro dell'Arte, scritto in volgare all'inizio del Quattrocento. Il libro è il primo trattato organicamente monografico sulla produzione artistica, contenente informazioni su pigmenti e pennelli, sulle tecniche della pittura, dell'affresco e della miniatura e fornisce inoltre consigli e "trucchi" del mestiere.

Cennini abbozza anche problemi teoretici, come ad esempio i canoni proporzionali e la necessità di scappare dall'eclettismo. Redige inoltre varie regole come ad esempio quella sulla luce temperata. Spesso la sua opera è stata interpretata dagli studiosi come momento di passaggio fra l'arte medievale e quella rinascimentale. Nel suo libro l'autore si vanta di essere il migliore "maestro" della terza generazione giottesca, attraverso la linea che passa per Agnolo Gaddi e suo padre Taddeo Gaddi fino a Giotto.