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PITTORI: Maestro di Elorrio

La pala d'altare con la statua di sant'Agostino

La pala d'altare con la statua di sant'Agostino

 

 

MAESTRO DI ELORRIO

1350-1380

Elorrio, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La pala d'altare conservata nella chiesa di sant'Agostino a Etxebarria di Elorrio è un magnifico esempio di arte in puro stile plateresco di cui però non conosciamo né l'autore né la data di realizzazione.

Il corso del tempo, le manipolazioni e soprattutto l'attacco al legno degli insetti xilofagi hanno provocato danni alla struttura per cui si sono resi necessari interventi di restauro e di salvaguardia.

La pala si trova sull'altare maggiore ed è stata realizzata in puro stile plateresco, tanto che costituisce forse il più importante esempio del suo genere nei paesi baschi. La struttura si può riconoscere composta da quattro sezioni: nella parte inferiore ci sono i quattro Evangelisti, nelle altre tre sono invece raffigurati diversi episodi della vita di Gesù Cristo. In una nicchia al centro della gigantesca pala si trova una statua di sant'Agostino che risale al XIV secolo.

 

La prima descrizione della chiesa di sant'Agostino risale al 1053 ed è conservata in un documento di dubbia validità nell'archivio del monastero di Barria. Secondo il documento i conti di Tabira, Sanchez e la signora Don Munio Leguncia, avevano donato un terreno per la costruzione di una nuova chiesa, e nell'atto venivano definiti i limiti di queste terre: "si tterras ETT tterminos, IDSA / di Olabeeçahar usque ad illum pontemm quod dicittur Markoçubi, ett quomodo cirritt riguum quod DICI / ttur Çumelhegi quod usque ad monasterium dicittur Me / maia ett ad quod illum riguum descenditt iuxtta Har / Hegi ett di partte l'altro di Legeriano usque ad riguum // (Fol.1v) diccituur Itturlax omnia quod ipsa ualle ettiam post morttem con / IUX meum cui requies Sitt in uitte perenne amen."

La primitiva chiesa era in stile romanico, come dimostrano cinque pietre scolpite utilizzate come materiale di riempimento nei pennacchi della volta attuale. Alla prima metà del XVI secolo, all'apice della della sua importanza, la chiesa fu ricostruita e ampliata assumendo un aspetto in stile gotico basco. Esternamente presenta mura in conci ben squadrati di arenaria, mentre l'interno è decorato con pietre con motivi cruciformi. All'interna presenta una lunga navata distinta in quattro settori, due cappelle nel lato aperto del Vangelo tra i contrafforti, un abside rettangolare e una torre. Archi e nervature incise poggiano su raffigurazioni scultoree di umani, animali o forme geometriche a staffe. Ogni striscia è rivestita con bellissimi tralci di vite in bilico tra un uccello e animali fantastici, quali i draghi. La loro presenza è una possibile allusione al male, che ritroviamo in altri esempi a Kurutziaga a Durango o Sasamón a Burgos, e che rappresenta chiaramente il peccato originale. Il presbiterio, di forma rettangolare, ha un ingresso trionfale ad arco. E' coperto da una volta a botte decorata con affreschi rococò di scarsa qualità che raffigurano la incoronazione dell'Immacolata con angelo musicanti.

Nelle chiavi delle volte sono raffigurati san Giacomo come pellegrino (è il protettore dei viandanti), santa Caterina d'Alessandria con la ruota a pale del suo martirio, santa Marina e il Drago, san Giovanni Battista, e sant'Andrea, che appare con la croce del suo calvario.

Tra i contrafforti sul lato del Vangelo, si sviluppa una cappella rinascimentale dedicata alla via Dolorosa. La torre è una bella e snella struttura quadrata, strutturata in due corpi sormontati da una cupola ottagonale che ripete la tipologia della torre-portico di grande tradizione nella architettura religiosa in Bizkaia. La sua costruzione impegnò i migliori architetti baschi come Lecuona, Ibero, Lizardi, Zuaznabar. I lavori furono conclusi nel 1742 da Francisco Javier de Arizabaleta.

All'esterno si trova una cappella ogivale dedicata a santa Marina e san Martin de Tours, che conserva le tombe con i corpi mummificati dei fondatori.