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Sant'Agostino consegna la sua regola ai monaci
SCULTORE MARCHIGIANO
1371
Sant'Elpidio a Mare, chiesa di sant'Agostino
Sant'Agostino consegna la sua regola ai monaci
La scena, scolpita su una facciata del monumento destinato ad accogliere e conservare la reliquia della Sacra Spina, fu realizzata nel 1371 e presenta la scena della consegna della Regola che Agostino dona ai suoi monaci. Il santo si erge a dimensioni gigantesche nei confronti dei frati, che sono inginocchiati dinanzi a lui, parte a destra e parte a sinistra. Il santo ha entrambe le braccia allargate e il manto si svolge ad abbracciare i monaci: con la mano sinistra regge il bastone pastorale mentre con la destra consegna la regola sotto forma di pergamena su cui si legge l'incipit della regola stessa.
Il volto del santo, con di fianco la scritta SANCTUS AVGVSTINVS, ha un aspetto sereno ma fermo e maturo, quasi a esprimere la piena consapevolezza del gesto che sta per compiere. In testa porta la mitra vescovile e un nimbo gli avvolge il capo.
La chiesa di sant'Agostino Nuovo fu eretta nel XIV secolo in onore di sant'Antonio e riconsacrata poi a sant'Agostino.
La facciata presenta un portale rinascimentale dell'anno 1505.
La chiesa si innalza isolata, ormai priva delle mura perimetrali. Il portale è sovrastato da una mensola che sostiene un piastrino quadrangolare. A sinistra, nel Settecento, è stato costruito l'oratorio. La facciata è ciò che resta dell'antica chiesa di Sant'Agostino Vecchio di Sant'Elpidio a Mare. Ggià nella prima metà del Duecento, qui esisteva un convento di Agostiniani dove era Fra Guglielmo di Maestro Giacomo da Monte dell'Olmo, uno dei testimoni al processo per la canonizzazione di San Nicola da Tolentino, suo maestro al tempo del noviziato nel convento elpidiense. In questo convento visse anche Fra Antonio da Sant'Elpidio, insigne letterato, autore della traduzione in volgare del De Claris Mulieribus di Boccaccio.
Presso il complesso agostiniano si conservava una delle spine della corona di Gesù Cristo. Per conservare degnamente la preziosa reliquia nel 1371 fu edificato, all'interno del Sant'Agostino Vecchio, il complesso monumento in pietra d'Istria, di cui oggi non restano che tre lacerti. Secondo la tradizione, la corona di spine, posta sul capo di Gesù prima della crocifissione, sarebbe stata conservata passando da Gerusalemme a Costantinopoli. Nel 1238, l'imperatore d'Oriente, Baldovino II di Fiandra, recatosi a Parigi per chiedere l'appoggio finanziario di Re Luigi IX, avrebbe impegnato in pegno, e poi ceduto, la corona di spine.
Dopo essere rimasta per qualche anno a Saint-Denise, dal 1248 l'importante reliquia venne conservata nella Sainte-Chapelle. Essa si componeva allora di una settantina di spine che, nel tempo, sarebbero state inviate nelle principali chiese d'Europa, come preziosi omaggi dei re di Francia. Una tradizione seicentesca ricorda che il beato Clemente, priore generale dell'Ordine agostiniano dal 1271, ricevette in dono la Sacra Spina da Filippo III l'Ardito successore di Luigi IX, durante una visita ai monasteri agostiniani francesi.
Giunta in Italia, la Spina aveva raggiunto il complesso monastico di Sant'Elpidio, la cui chiesa venne ampliata per l'arrivo della preziosa reliquia. Nel 1371, all'interno della chiesa di Sant'Agostino fu posto il monumento destinato a conservare la reliquia. L'8 settembre 1377 i fermani, guidati da Rinaldo da Monteverde, penetrarono nel castello di Sant'Elpidio devastandolo e massacrando gli abitanti. Il giorno successivo la Sacra Spina fu prelevata e portata a Fermo, dove è ancora conservata nella locale chiesa di Sant'Agostino.