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PITTORI: Taddeo Gaddi

Madonna con Bambino e i santi Pietro, Paolo, Antonio Abate e Agostino

Madonna con Bambino e i santi Pietro, Paolo,

Antonio Abate e Agostino

 

 

TADDEO GADDI

1336

Napoli, Museo Capodimonte

 

Madonna con Bambino e i santi Pietro, Paolo, Antonio Abate e Agostino

 

 

 

L'opera è datata 1336 e, nel secolo scorso, per la prima volta è stata attribuita a Taddeo Gaddi dallo storico e critico d'arte Roberto Longhi. La pittura presenta una struttura complessa poiché vive in funzione della sua destinazione d'uso: in effetti si tratta di un altarolo portatile, probabilmente di committenza laica, che denota come l'artista, allievo e stretto collaboratore di Giotto, si ispiri nella figura della Madonna direttamente a quella del Polittico di Badia, oggi agli Uffizi, realizzato dal suo maestro nel 1310, o anche, nella struttura della composizione, alla celebre Maestà.

Nonostante i motivi iconografici e gli schemi compositivi rivelino una sincera adesione all'arte di Giotto, le figure appaiono ancora piuttosto arcaiche, stereotipate e prive di plasticità, mentre non si nota ancora una piena e consapevole costruzione dinamica degli spazi.

Tempera su tavola della misura di 66x157 cm.

Agostino è raffigurato alla sinistra della Vergine che siede in trono con il braccio il bambino. Indossa un piviale rosso con in testa la mitra. Il viso piuttosto rigido presenta una folta barba sul mento.

 

 

Taddeo Gaddi

Figlio di Gaddo di Zanobi frequentò la bottega di Giotto dal 1313 al 1337. Ebbe numerosi figli pittori fra cui ricordiamo Giovanni Gaddi, Agnolo Gaddi e Niccolò Gaddi. Fu, come afferma il Vasari, fra i discepoli di Giotto quello con maggior talento che meglio riuscì a portare avanti lo stile del maestro e nel 1347 è ricordato in un elenco dei migliori pittori di Firenze.

Tra le sue opere la più importante è il ciclo degli affreschi con Storie della Vergine nella Cappella Baroncelli della Basilica di Santa Croce a Firenze (1328-1338). Più tardi dipinse le Formelle dell'armadio della sacrestia di Santa Croce, oggi alla Galleria dell'Accademia a Firenze, a Monaco di Baviera e a Berlino, dove dimostrò di aver messo a frutto gli insegnamenti di Giotto, disponendo con una notevole libertà narrativa le figure nelle scene, che risultano più affollate di quelle del suo maestro. Riprende inoltre la sperimentazione della prospettiva negli sfondi architettonici e giunge a risultati anche arditi, come nella scalinata obliqua e spezzata nella Presentazione della Vergine al tempio.

Da Vasari gli viene accreditata anche la progettazione della ricostruzione del Ponte Vecchio. Pur rimanendo nell'ambito "giottesco", Taddeo Gaddi nelle opere più mature ha uno stile inconfondibile, con effetti ricercati di luce notturna, quasi un unicum nella pittura trecentesca dell'Italia centrale. Gli impianti spaziali in alcune sue opere sono spesso maestosi e solenni, avvicinandosi in questo a Maso di Banco. I lineamenti dei volti delicati e morbidi sono indicativi dello sviluppo tardo dell'arte di Taddeo. Giorgio Vasari ha incluso una sua biografia ne Le Vite de' Pittori.