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PITTORI: Anonimo leccetano

Sant'Agostino e altri santi con giovane committente

Sant'Agostino

 

 

ANONIMO LECCETANO

1374

Lecceto, Convento delle Agostiniane

 

Sant'Agostino e altri santi con giovane committente

 

 

 

L'affresco è complesso e interessante: l'iscrizione integralmente conservata riporta data e committenti: Hoc opus fecit fieri dominus Colus Mussche et de Chomitibus Depisis et Marianus domini Nicholai domini Guidonis de Saracenis de senis suburbano domini M.CCC.LXXIIII di II di settembre. Uno dei personaggi è Niccolò di Guido Saracini che fu sepolto a Lecceto nel 1376. Persona influente, apparteneva a una delle cinque maggiori casate di Siena.

L'affresco fu voluto però dal figlio Mariano che è raffigurato come il giovane committente ai piedi dell'affresco.

L'altro committente è forse Colus del Mosca de Comitibus pisano, ambasciatore a Siena nel 1367. Il soggetto iconografico è interessante per le sue connessioni con la terribile pestilenza del 1374: era appena finita quando l'affresco fu concluso il 2 settembre. Il primo dei quattro santi raffigurati è San Nicola da Tolentino che all'epoca non era ancora canonizzato e che era considerato protettore dalla peste, un santo vescovo, san Giovanni Battista e sant'Agostino che purtroppo è stato mutilato dal cornicione che sostiene l'organo e che reca il cartiglio "vulnerasti cor meum de charitate tua".

 

Sei grande, Signore, e degno di altissima lode: grande è la tua potenza e incommensurabile la tua sapienza. E vuole celebrarti l'uomo, questa particella della tua creazione, l'uomo che si porta dietro la sua morte, che si porta dietro la testimonianza del suo peccato, e della tua resistenza ai superbi: eppure vuole celebrarti l'uomo, questa particella della tua creazione. Tu lo risvegli al piacere di cantare le tue lodi, perché per te ci hai fatti e il nostro cuore è inquieto finché in te non trovi pace. Di questo, mio Signore, concedimi intelligenza e conoscenza.

AGOSTINO, Confessioni, 1, 1, 1

 

 

Nihilominus asserunt nonnulli viri grave (forsitan inducti verbis hisce Augustini, sageiitaveras tu Domine caritate tua cor meum etc.) non tantum spirituali vulnere seu tralaticio, verum etiam arcanis sacrorum vulnerum Iesu Christi stigmatis sanciatum Augustini cor fuisse.

CORNELIUS LANCELOTZ, Sancti Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S.R.E. doctoris vita   (Anversa 1616)