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Sant'Agostino e santa Lucia, Evangelisti
LORENZO DI NICCOLO'
1390-1410
New Haven, Yale University Art Gallery
Sant'Agostino e santa Lucia, Evangelisti
Questo scomparto di polittico viene attribuita a Lorenzo di Niccolò. Attualmente si trova conservato a New Haven, alla Yale University Art Gallery. In precedenza la stessa opera è stata segnalata nella Collezione J. J. Jarves a Boston nel Massachusetts. Nelle due nicchie di gusto gotico sono raffigurati sant'Agostino e santa Lucia, mentre nei tondo delle cimase troviamo duei evangelisti.
Lo scomparto, realizzato con la tecnica a tavola, misura cm 110,7 in altezza e 64,5 in larghezza.
Sant'Agostino è qui raffigurato come vescovo, con la mitra in testa, il viso dall'aspetto ancora giovanile e una folta barba che gli copre il mento. Con la mano destra regge il bastone pastorale, mentre con la sinistra tiene appoggiato al petto un libro chiuso. Sotto l'elegante piviale si nota la presenza del saio nero degli eremitani, indizio abbastanza plausibile della committenza in quanto il neonato Ordine agostiniano, alle sue origini, non tralasciò occasione per affermare la sua diretta discendenza dal grande santo vescovo di Ippona di cui seguivano la regola.
Lucia da Siracusa nacque a Siracusa nel 283 e vi morì martirizzata nel 304. Venne acclamata santa ed è venerata dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Morì martire durante le persecuzioni di Diocleziano a Siracusa.
Lucia è una tra le figure più care alla devozione cristiana. Nel Messale Romano viene ricordata come una delle sette donne menzionate nel Canone Romano.
Gli atti del suo martirio raccontano delle terribili torture che le furono inflitte dal prefetto Pascasio. Costui non voleva piegarsi ai segni straordinari che attraverso di lei Dio stava mostrando. Nelle catacombe di Siracusa, le più grandi ed estese al mondo dopo quelle di Roma, è stata scoperta un'epigrafe marmorea del IV secolo che la ricorda ed è allo stesso tempo la testimonianza più antica del suo culto. La devozione verso di lei si diffuse molto rapidamente e già nel 384 sant'Orso le dedicava una chiesa a Ravenna. Papa Onorio I qualche anno dopo gliene dedicò un'altra a Roma.
È considerata per tradizione, la patrona della vista e di tutti coloro che ne soffrono, come i non vedenti, i miopi, gli astigmatici.
Presso l'urna che accoglie le sue spoglie nella chiesa di San Geremia a Venezia, vengono quotidianamente portati ex voto e grazie ricevute che attestano la grandezza di santa Lucia nel dispensare grazie.
Se esaminiamo con attenzione la figura della martire nella Divina Commedia, notiamo che viene presentata come un personaggio vivo e reale nel coniugare in sé qualità celestiali e umane allo stesso tempo. È creatura celeste e umana, quando su invito di Maria scende dall'Empireo, per avvertire Beatrice dello smarrimento di Dante e del conseguente pericolo che incombe su di lui.
Dante, raggiunta la pienezza della sua ascesa, associa la figura di S. Lucia a quella della Madre di Maria, S. Anna, collocandola di fronte ad Adamo, il capostipite del genere umano. Maria, Beatrice, Lucia sono le tre donne che hanno permesso, per volere divino, questo cammino di redenzione al personaggio Dante, ma tra di esse, la vergine siracusana rappresenta per Dante l'anello di congiunzione fra l'esperienza terrena del peccato e il provvidenziale cammino ascetico e contemplativo ultraterreno.
Lorenzo di Niccolò
Lorenzo di Niccolò, noto anche come Lorenzo di Niccolò Gerini visse a cavallo fra il Trecento e il Quattrocento. in particolare si conoscono documentazioni relative alla sua attività che vanno dal 1391 al 1411. Citato alle volte come figlio di Niccolò Gerini, in realtà probabilmente fu un suo collaboratore, come nel caso della realizzazione degli affreschi della Cappella Migliorati della chiesa di San Francesco a Prato. Interprete dello stile gotico, realizzò numerose tavole, miniature e affreschi, che ritroviamo ad esempio nel Convento delle Oblate e nella chiesa di Santa Trinità a Firenze.