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PITTORI: Maestro di Montalcino

Sant'Agostino vescovo

Sant'Agostino vescovo

 

 

MAESTRO VETRAIO DI MONTALCINO

1380-1390

Montalcino, chiesa di sant'Agostino

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

La vetrata che raffigura Agostino si trova nella magnifica finestra della parete d'altare, l'unica del primitivo impianto trecentesco, che si è conservata sino ad oggi.

Il maestro vetraio lo ha raffigurato intento a scrivere, vestito da vescovo e con gli attributi di Dottore della Chiesa. La scritta SANCTUS AGUSTINUS specifica con chiarezza l'identità del santo raffigurato. L'artista gli ha lasciato tuttavia i suoi legami con gli eremitani ponendo sotto il piviale il nero saio dei monaci che a lui si ispirano. Alla destra di Agostino è stato raffigurato il Trono di Grazia, per cui le due scene potrebbero essere considerate come due momenti di una unica rappresentazione con tema la Visione della Trinità. della stessa epoca, il medesimo soggetto, in ambito agostiniano lo si ritrova anche nel ciclo di Erfurt.

La costruzione dell'imponente chiesa di sant'Agostino a Montalcino è riferibile al primo Trecento. La facciata è divisa in due fasce da una lista di pietra, dove quella inferiore è aperta da un portale cuspidato con pinnacoli laterali e cornice decorata a fogliette stilizzate. La fascia superiore è il risultato di un restauro, che ha visto l'inserimento di un grande occhio con rosone. L'interno ripete il tipico schema della chiesa conventuale, con un'ampia navata che termina con una cappella quadrangolare con volta a crociera. Le pareti della chiesa sono state affrescate da vari artisti senesi fra il Trecento e il Quattrocento, con Scene della Passione di Cristo e Storie della vita di Sant'Antonio Abate. Gli affreschi trecenteschi del coro raccontano le Storie di Sant'Agostino, Evangelisti e Dottori della Chiesa e sono stati attribuiti a Bartolo di Fredi. Annessa alla chiesa si trova il Convento di Sant'Agostino che è stato riportato a pubblica utilità come Museo Civico e Diocesano di Montalcino.

La collezione che vi è conservata è una delle più importanti della provincia di Siena ed offre una panoramica completa della produzione artistica di questa regione della Toscana. Vi si conservano capolavori della scuola di Duccio di Buoninsegna, Bartolo di Fredi, Lorenzetti, Simone Martini, Luca di Tommè, Sano di Pietro, il Vecchietta e altri.

 A sinistra i locali monastici si raccolgono intorno ai due chiostri cinquecenteschi.