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PITTORI: Jacopo di Mino del Pellicciaio

Madonna con Bambino, Santa Chiara, San Giovanni Battista, Sant'Agostino, San Francesco d'Assisi, Cristo crocifisso con la Madonna,  san Giovanni Evangelista e santa Maria Maddalena, Santi

Madonna con Bambino e i santi Chiara, Giovanni Battista, Agostino, Francesco d'Assisi,

Cristo crocifisso con la Madonna, Giovanni Evangelista, Maria Maddalena e Santi

 

 

JACOPO DI MINO DEL PELLICCIAIO

1344-1389

Siena, Pinacoteca Nazionale

 

Madonna con Bambino, Santa Chiara, San Giovanni Battista, Sant'Agostino, San Francesco d'Assisi, Cristo crocifisso con la Madonna,  san Giovanni Evangelista e santa Maria Maddalena, Santi

 

 

 

Il polittico di Jacopo di Mino del Pellicciaio è conservato presso la Pinacoteca Nazionale di Siena. L'opera tuttavia ha avuto anche altri attribuzioni: il critico d'arte Bernard Berenson vi ha riconosciuto la mano di Martino di Bartolomeo di Biagio, mentre un altro critico d'arte, C. Brendi, ha proposto quale autore il pittore Ceccarelli Naddo.

La tavola, di gusto gotico, è di grandi dimensioni e misura cm 200 in altezza e 240 in larghezza.

Si presenta distinta in due fasce: in quella inferiore, di maggiori proporzioni, troviamo al centro la Vergine con in braccio il Bambino. Ai suoi lati scopriamo, a sinistra, santa Chiara e san Giovanni Battista mentre, a destra, ci sono le immagini di sant'Agostino e san Francesco d'Assisi. nella fascia superiore, composta da cuspidi, si scopre nella scena centrale la scena del Cristo crocifisso con ai piedi della croce le figure della Madonna, di san Giovanni Evangelista e della santa Maria Maddalena. Nelle altre cuspidi della cimasa sono stati raffigurati quattro santi di difficile interpretazione. Agostino vi è dipinto come vescovo e Dottore della Chiesa: in testa porta la mitra, indossa il piviale e con la mano destra impugna il bastone pastorale. Con la mano sinistra porta al petto un libro rosso chiuso. Il suo viso, abbellito da una folta barba riccioluta, ha un aspetto stereotipato, tipico della pittura del secolo.

 

 

Jacopo di Mino del Pellicciaio

Nasce a Siena verso il 1315-1319 da un certo Mino, del "popolo" di S. Antonio. Si conosce ben poco della sua formazione artistica se non attraverso l'analisi delle sue opere che evidenziano netti cambiamenti stilistici nel corso della sua vita. Le opere giovanili sono fortemente influenzate dallo stile di Ambrogio Lorenzetti. In questa prima fase non si può escludere una collaborazione con Taddeo Gaddi, il cui stile traspare nelle sue opere almeno sino alla fine del sesto decennio. Le opere successive lo avvicinano a Simone Martini. Jacopo di Mino viene citato tra i primi pittori senesi in alcuni documenti ufficiali e spesso viene chiamato a stimare l'opera di altri artisti. La sua fama è confermata dall'attività che svolge per il governo di Siena, dove venne chiamato a presiedere le riunioni del Consiglio per tre volte, nel 1361, 1377 e 1379. Nel 1344 sposa Caterina di Cecco di Tura, fornaio, e nel 1366, in seconde nozze, Margherita d'Angelo di Tuccio, avendone quattro figli: Giovanna, Filippo, Agnolina, Giacomo. La maggior parte delle sue opere è andata persa, come ad esempio gli affreschi per l'Ospedale di S. Maria della Scala, la volta della cappella accanto a quella di S. Ansano nel duomo, la tavola commissionata per l'altare maggiore della chiesa del monastero di Passignano e altre. La firma "Jacobus Mini de Senis" e una probabile data 1342 compaiono sulla tavola con la Madonna e il Bambino nella chiesa di S. Martino a Sarteano. Firmato e datato 1362 è anche il trittico, con lo Sposalizio di santa Caterina d'Alessandria tra i santi Antonio Abate e Michele Arcangelo, nella Pinacoteca nazionale di Siena e proveniente dalla chiesa di S. Antonio Abate in Fontebranda.