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PITTORI: Maestro lombardo

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO LOMBARDO

1375-1390

Piacenza, Museo Civico

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

L'affresco è lacunoso nella sezione inferiore, ma fortunatamente se ne conserva la sinopia. Il dipinto raffigura all'interno di una cornice con semplici modanature policrome, il busto di un santo vescovo, verosimilmente sant'Agostino. La chiesa di san Lorenzo a Piacenza, da dove proviene l'opera, apparteneva agli eremitani agostiniani, che certamente hanno privilegiato l'iconografia del loro santo fondatore. La figura benedicente di Agostino che impugna un prezioso pastorale è decentrata rispetto alle modanature, la cui policromia risalta il fondale blu. Questo particolare lascia presupporre che in origine ai suoi piedi fosse rappresentato un donatore in preghiera. La colorazione, un tempo vivace e brillante, è andata per lo più irrimediabilmente perduta. Fanno eccezione alcuni lacerti rossi della veste e il verde azzurro del piviale, ricco di decorazioni.

Gli studiosi hanno variamente attribuito l'opera a pittori di buon livello. Ghidiglia Quintavalle lo attribuisce a un maestro lombardo della fine del XIV secolo, che potrebbe essere avvicinato al pittore della Incoronazione della Vergine, dalla quale si discosterebbe per una intensità espressiva più raccolta e solenne. Linckelmann-Piérès propende per una attribuzione ad Antonio de Carro, un artista attivo a Piacenza tra la fine del Trecento e l'inizio del Quattrocento. Gibbs lo vuole ricondurre al catalogo delle opere di Tomaso da Modena. Ferretti infine nega apertamente la paternità tomasesca, ma non proponendo nuove indicazioni. L'attribuzione a Tomaso, motivata dall'impianto monumentale della figura e dall'impasto largo e teso del volto, non è del tutto convincente, soprattutto per quanto concerne i tratti fisionomici o i preziosi e sottili decori della mitra e dell'aureola. In questi particolari sembra di cogliere echi di una cultura diversa, orientata verso l'ambito lombardo degli artisti che affrescarono l'oratorio della famiglia Porro a Mocchirolo.

 

L'affresco ha le dimensioni di 240 x 312 e proviene dalla parete destra del presbiterio della chiesa di San Lorenzo. Attualmente si trova in deposito presso il Museo Civico di Piacenza. La prima notizia relativa alla chiesa risale al 1144, ma non se ne conosce il costruttore. Verso la fine del XIII secolo è amministrata da una confraternita laicale che veniva chiamata dei Battuti o Disciplinati. In origine la chiesa dipendeva dal Monastero di S. Colombano ma dopo il 1448 passò sotto la direzione del vescovo. La primitiva chiesa si può ancora parzialmente vedere sul lato sinistro dell'attuale facciata.