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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Trecento: Maestro Teodorico da PragaPITTORI: Maestro Teodorico da Praga
Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
MAESTRO TEODORICO DA PRAGA
1359 - 1369
Praga, Galleria Nazionale
Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Teodorico di Praga è pittore del tardo XV secolo, che qui ci propone Agostino vestito da vescovo. Ha una aspetto giovanile, senza barba: tiene aperto un libro davanti a sè appoggiato a uno scrittoio. Pare intenzionato a scrivere, ma il viso è commosso e sembra quasi che si asciughi una lacrima con la stola. L'opera nel suo complesso risente degli stereotipi medioevali e non ha freschezza narrativa, tuttavia l'espressione del viso di Agostino è viva e penetrante.
L'opera è oggi conservata alla Galleria Nazionale di Praga, nel chiostro di san Giorgio: si tratta di una tempera che proviene dalla Cappella della Fortezza di Karlstein presso l'omonima città. Teodorico dipinse anche altri santi, fra cui Gerolamo, papa Gregorio, sant'Elisabetta, san Cristoforo.
Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.
8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.
8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.
8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.
8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.
8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.
8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.
POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6
Teodorico da Praga
La prima documentazione certa di questo pittore boemo è del 1359, quando viene segnalato come pittore di corte dell'imperatore Carlo IV a Praga, ma potrebbe essere identificato con quel Teodorico che nel 1348 diventò la prima figura della corporazione dei pittori, recentemente istituita a Praga. Nel 1367 ricevette il compenso per il suo unico lavoro documentato, la decorazione straordinariamente ricca della cappella della Santa Croce nel castello di Karlstein, vicino a Praga.
La decorazione presenta più di cento pannelli di santi, profeti e angeli, la maggior parte dei quali si trovano ancora in situ, insieme ad affreschi e a intarsi colorati su pietra. Le sue figure sono piuttosto pesanti nella forma ma modellate con morbidezza; per questo Teodorico è considerato uno dei precursori dello stile morbido che fu caratteristico della pittura del centro Europa nel tardo XIV secolo e nei primi decenni del XV.