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PITTORI: Vanni di Baldolo

Sant'Agostino Dottore della Chiesa a Subiaco

Sant'Agostino Dottore della Chiesa

 

 

VANNI DI BALDOLO

1340-1348

Subiaco, Sacro Speco, chiesa superiore

 

Sant'Agostino Dottore della Chiesa nel suo studio

 

 

 

Il monastero del Sacro Speco o di san Benedetto si presenta oggi come un edificio altamente scenografico e pittoresco, insediato nella curvatura di una immensa parete di roccia e sorretto da nove alte arcate, in parte ogivali. All'entrata del Sacro Speco a Subiaco troviamo la prima campata che è ripartita in quattro vele dove sono stati raffigurati i Dottori della Chiesa fra cui Sant'Agostino. Il santo è seduto ad uno scranno nel suo studiolo davanti a un leggio su cui è posto un libro aperto. Indossa le vesti di un monaco. Poco sopra scopriamo il busto di san Giovanni Evangelista con la scritta S(ANCTUS) IOH(ANNE)S e il cartiglio su cui sono scritte le prime parole del suo Vangelo "In principio erat Verbum et Verbum."

L'associazione tra Agostino e san Giovanni è piuttosto frequente e rimanda allo straordinario Commento che fece il vescovo di Ippona al Vangelo del prediletto da Gesù.

 

Vanni di Baldolo è attestato come pittore a Perugia nel 1332 quando esegue i dipinti della cappella superiore della chiesa di Sant'Ercolano. Si firma come miniatore l'anno seguente definendosi "Vannes Baldoli et socii fecerunt me sub annis domini MCCCXXXIII". L'anno prima aveva realizzato la Madonna col Bambino in trono, con angeli e i santi Lorenzo e Ercolano, che introduce alla Matricola dell'Arte dei Barberi (ms. British Librari, Add. 14812), miniatura datata 1332.

Nel 1333 firma la decorazione di una matricola dei Notai di Perugia e è possibile riconoscerlo in altri codici tanto che i critici lo hanno spesso considerato essenzialmente come miniatore. Ma due documenti del 1332 e 1333 attestano pagamenti in suo favore per affreschi perduti eseguiti nella chiesa di Sant'Ercolano a Perugia. Vanni di Baldolo oltre che miniatura era dunque anche pittore, secondo una consuetudine abbastanza diffusa in quel secolo e anzi è possibile riconoscere la sua mano in altre opere monumentali: per esempio in un affresco e in una tavola della Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia oppure negli affreschi della Basilica del Sacro Speco a Subiaco, in particolare quelli della Cappella della Madonna.