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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Trecento: Anonimo venezianoPITTORI: Anonimo veneziano
Sant'Agostino
ANONIMO VENEZIANO
1325-1375
Località sconosciuta
Sant'Agostino
La tavola conservata che raffigura un sant'Agostino a mezzobusto è un frammento di un dipinto di maggiori dimensioni. L'elemento conservato misura cm 22 in altezza e 14 in larghezza. Non si conosce l'autore del dipinto, che sicuramente appartiene all'ambito culturale veneto. Alcuni critici hanno supposto che tale autore possa essere Paolo Veneziano.
L'opera, che apparteneva a una Collezione privata milanese dove è stato segnalato nel 1964, si trova attualmente negli USA in una località imprecisata.
Il santo è stato raffigurato come vescovo: in testa si nota l'aureola. Manca la mitra, ma sono comunque presenti altri attributi episcopali: il ricco piviale e il bastone pastorale.
Sopra il piviale fa bella mostra di sé la cocolla nera dei monaci agostiniani, e anche sotto il piviale si intravede di nuovo la nera tunica dei frati di quest'Ordine. Dal che si deduce una probabile committenza all'interno dell'Ordine eremitano di S. Agostino, che ha sistematicamente sostenuto la sua origine dal santo vescovo di Ippona e a tal proposito ha sempre imposto iconograficamente la presenza della tunica nera sotto il piviale di Agostino.
Il viso del santo è ricco di espressioni: una folta barba riccioluta gli copre il mento, mentre gli occhi sono fissi verso una direzione laterali.
Agostino è qui stato raffigurato calvo, secondo una consuetudine poco diffusa nella sua iconografia.
Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.
Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.