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PITTORI: Anonimo piemontese

Madonna con Bambino in trono tra un donatore presentato da un angelo e sant'Agostino

Madonna con Bambino in trono tra un donatore presentato da un angelo e sant'Agostino

 

 

ANONIMO PIEMONTESE

1300-1325

Albugnano, Abbazia di S. Maria di Vezzolano

 

Madonna con Bambino in trono tra un donatore presentato da un angelo e sant'Agostino

 

 

 

Nel paese di Albugnano nell'astigiano sorge una antica abbazia, che professò la regola agostiniana, e che si tramanda sia stata fondata da Carlo Magno. In questa abbazia si trovano ancora alcune testimonianze artistiche riconducibili alle devozioni agostiniane. Tra queste si può citare un affresco opera di un anonimo pittore piemontese attivo nei primi decenni del Trecento che operò a Vezzolano e che faceva parte dell'orizzonte culturale artistico che disseminò di opere di pregio le chiese di Oropa, Piobesi Torinese, Sezzadio, Cherasco, Montiglio.

L'affresco si presenta compromesso, tuttavia si può immaginare ancora la grandiosità della scena che ha per soggetto la vergine Maria a cui è intitolata l'Abbazia. Di questo affresco se ne parla nel volume "DELL'ANTICA ABBAZIA E DEL SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DI VEZZOLANO PRESSO ALBUGNANO MEMORIE STORICHE PEL SAC. CAV. ANTONIO BOSIO DOTTORE IN TEOLOGIA MEMBRO EFFETTIVO DELLA REGIA DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA DECORATO DAL RE DI MEDAGLIA D'ORO PER LO STUDIO DI PATRIE MEMORIE" che venne ristampato nel 1896 con aggiunte e correzioni ad Asti dalla Tipografia Bona Vincenzo [la prima edizione risale al 1859] laddove si annota che: "Nella terza arcata non vedesi sulla volta traccia di decorazione dipinta; sulla parete verso la chiesa scorgonsi traccie di un affresco rappresentante la Madonna sedente col Bambino in grembo, a diritta un angelo che presenta un devoto ecclesiastico, alla sinistra Sant'Agostino."

 

 

CANONICI REGOLARI DI SANT'AGOSTINO DI VEZZOLANO

Quando accettarono la chiesa di Santena con le sue pertinenze e decime i Canonici Vezzolanesi si obbligarono a venire ad ufficiarla e prestarvi quei servizi che fossero richiesti dai bisogni religiosi della popolazione. Sin dal secolo XII venne pertanto istituito il Priorato di S. Paolo di Santena, dove alcuni monaci, di solito due o tre, staccandosi dai grandi monasteri, andavano a stabilirsi, rimanendo però sempre sotto la giurisdizione spirituale e temporale dell'Abbazia da cui erano partiti. Anche Ponticelli divenne un Priorato o sede di Canonici Regolari di Sant'Agostino della Prevostura di Vezzolano, e nel 1188 v'era Priore un canonico di nome Airaldo. Priore di Santena era forse il chierico Lorenzo Serralunga che il 13 novembre 1331 pagò il fitto come Rettore della chiesa santenese al Capitolo di S. Giovanni di Torino. Il Priore di Santena dipendeva direttamente dal Prevosto di Vezzolano, che era il Superiore della Congregazione dei Canonici Regolari professanti la regola di Sant'Agostino, e doveva essere anch'esso un canonico regolare della stessa Congregazione. Era però soggetto, per la cura d'anime, al Vescovo di Torino, ed era tenuto a pagargli il cattedratico, poichè in un elenco delle chiese della Diocesi torinese che avevano tale obbligo nel 1386, è compresa anche quella di S. Paolo di Santena. Le pertinenze del Priorato di Santena consistevano in un cascinale di circa ottanta giornate di beni, sparsi qua e là per il territorio della Parrocchia, che si chiama ancora ai nostri giorni la Priorata. I beni della chiesa di Santena si trovano spesso menzionati nei cosiddetti "consegnamenti" fatti al registro catastale di Chieri fin dal secolo XIII. Altro cespite di rendita per il Priorato erano le decime. Dei tanti canonici di Vezzolano che ressero il Priorato di Santena solo uno è noto con certezza: si tratta di P. Bartolomeo de Pisis di Moncalieri, che firmò un atto di transazione fatto il 15 aprile 1485 tra il Comune di Albugnano e i Canonici Vezzolanesi, investiti dei vari Priorati dipendenti da quella Prevostura. Erano in dodici, compreso il Prevosto Marco Lascaris dei Signori di Tenda. Bartolomeo de Pisis, Priore di S. Paolo di Santena, era anche Vicario generale del Prevosto. Priore di S. Maria di Ponticelli era un certo Facino de Gallis di Crescentino.