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Archivio news:  Beato de Liébana

Uno dei disegni che illustrano l'opera manoscritta

Uno dei disegni che illustrano l'opera manoscritta

 

 

Visiones de la fin de los tiempos

Biblioteca Angelica di Roma, Piazza Sant'Agostino 8

dal 18 dicembre fino al 5 gennaio 2011

 

 

 

Visiones de la fin de los tiempos. Beato de Liébana y los "beatos". Mostra sui codici del "Commento all'Apocalisse" di Beato di Liébana

 

Alla mostra, organizzata dal Gobierno de Cantabria, Consejería de Cultura, Turismo y Deporte, in collaborazione con altre istituzioni spagnole ed italiane, sono esposte una ventina di splendide copie facsimile dei più bei codici del Commento all'Apocalisse di Beato di Liébana (ca. 730-798), insieme a diversi oggetti e documenti relativi alle attività degli scriptoria iberici dei secoli IX-XIII.

 

Un excursus molto bello tra monumenti della storia culturale e religiosa della penisola iberica altomedievale, dell' arte del sud mozarabico, della scrittura visigotica e del passaggio alla scrittura carolina all'affacciarsi del giovane impero di Carlo Magno tra le vette dei Pirenei.

Andate a vederla, vi accompagneranno guide gentili e preparate, salvo il dettaglio che per loro i "beatos" sarebbero i copisti!

 

 

Il Beato di Liébana (730 c. - 798) fu un monaco spagnolo, che combatté l'eresia adozionista del vescovo di Toledo, Elipando. Al suo fianco si schierò il grande maestro Alcuino, precettore di Carlo Magno. E' famoso soprattutto per i suoi Commentari dell'Apocalisse scritti nel 776, poi rivisti nel 784 e di nuovo nel 786. Questi Commenti furono composti in un latino zoppicante e attingendo abbondantemente all'opera di Agostino, Ticonio, Fulgenzio, Girolamo e di altri scrittori e teologi dell'antichità tardiva.

Nei secoli successivi (dal IX al XIII), i Commentari furono miniati nei monasteri di Navarra, di Castiglia e del León e, per la loro forza visionaria, divennero famosissimi nel medioevo, copiati e ricopiati decine di volte. In essi, l'arte mozarabica, nata dall'incontro nella penisola iberica della tradizione cristiana e di quella musulmana, trova la sua massima espressione. Dal nome di Beato prende il nome un particolare tipo di mappa medievale, detta mappa beatina, dal momento che su tutte le copie dei Commentari si trova una rappresentazione del mondo di questo tipo.