Percorso : HOME > Archivio News > 2011 > Giacomo da Viterbo

Archivio news:  Giacomo da Viterbo

Il beato Giacomo da Viterbo

Il beato Giacomo da Viterbo

 

 

PUBBLICATI GLI ATTI DEL CONVEGNO PER IL VII CENTENARIO DELLA MORTE DEL BEATO GIACOMO DA VITERBO

 

 

A cura del Centro Culturale Agostiniano

 

 

 

Nel quadro delle iniziative per il VII centenario della morte del Beato Giacomo da Viterbo (1308-2008), l'Ordine di S. Agostino (Osa) e la diocesi di Viterbo hanno organizzato nel 2008 due giornate di studio, in svolgimento nell'auditorium "Gregorio Mendel" del complesso monumentale della Trinità.

 

Di quelle giornate di studio sono ora disponibili gli Atti. E' uscito infatti il volume dal titolo Giacomo da Viterbo al tempo di Bonifacio VIII. Studi per il VII Centenario della morte. In onore di S.E. Rev.ma Mons. Lorenzo Chiarinelli Vescovo emerito di Viterbo, P. Giustiniani – G. Tavolaro, edd., Centro Culturale Agostiniano 2011 (Subsidia Augustiniana Italica II.2); ISBN 978-88-904307-7-0; pp. 302.

 

Riportiamo di seguito l'indice dei contributi:

- Rocco Ronzani OSA, Il beato Giacomo, agostiniano. Una premessa.

- Pasquale Giustiniani - Gianpiero Tavolaro, Giacomo da Viterbo tra filosofia, teologia ed ecclesiologia politica. Introduzione alla lettura.

- Paolo Vian, Giacomo da Viterbo: vita e opere. Una rassegna bibliografica.

- Pasquale Giustiniani, Giacomo da Viterbo nel clima di transizione culturale dal XIII al XIV secolo.

- Francesco Fiorentino, L'agostinismo tardo-medievale. Tentativo di definizione.

- Aurelio Rizzacasa, L'agostinismo di Giacomo da Viterbo e di Egidio Romano.

- Vittorino Grossi OSA, La teologia agostiniana del Medioevo: il rapporto con la Sacra Scrittura.

- Mario Mattei OSA, L'Ordine agostiniano a Viterbo al tempo del beato Giacomo.

- Valeria Sorge, Napoli al tempo di Giacomo da Viterbo: profili storico-filosofici.

- Ignazio Schinella, La Summa de distinctione peccatorum del beato Giacomo da Viterbo.

- Francesco Asti, La beatitudine della carità nel beato Giacomo da Viterbo: esperienza dell'amore come conoscenza di Dio.

- Giovanni Marcoaldi, Il De redimine christiano di Giacomo da Viterbo nel suo contesto storico.

- Onorato Bucci, Giacomo da Viterbo e il processo di canonizzazione di Celestino V.

 

 

Discendente forse della nobile famiglia Capocci, Giacomo nacque a Viterbo intorno al 1255, ma non si hanno notizie certe dei suoi anni giovanili. Abbracciata ben presto la vita religiosa, entrò nel 1272 tra gli Eremitani di Sant’Agostino, di cui vestì l’abito nel convento viterbese della SS. Trinità, tutt’ora centro di vita e di spiritualità agostiniana. Prima del 1275 fu inviato a Parigi a frequentare teologia nello Studio del suo Ordine, dove frequentò le lezioni di Egidio Romano, che lo ebbe poi sempre in grande stima. Tornato a Viterbo nel 1281-82, ricoprì prima la carica di primo Definitore della Provincia Romana nel 1283, quindi fu Visitatore nel 1284 e poi di nuovo Definitore nel 1285. Insieme forse con Egidio Romano, ritornò a Parigi nel 1286 per riprendervi gli studi teologici, conseguendo il baccellierato nel 1288 e, al termine del prescritto tirocinio, il dottorato nel 1293. Su designazione di Egidio Romano, eletto Priore Generale dell’Ordine, fu nominato nello stesso anno Maestro Reggente dello Studio parigino, rimanendo in carica fino al 1299.

Tornato in Italia nel 1300, insegnò per due anni nello Stadio di Napoli, che dovette lasciare perché nominato da Bonifacio VIII, il 2 settembre 1302, Arcivescovo di Benevento; nel dicembre successivo venne trasferito alla sede di Napoli, dove, per la sua feconda azione pastorale, seppe guadagnarsi la stima e la venerazione del Re Carlo II d’Angiò e del figlio Roberto, Duca di Calabria, che lo aiutò nella costruzione della nuova cattedrale. Il 13 maggio 1306 cominciò a trattare la causa di canonizzazione del Pontefice Celestino V, affidatagli da Clemente V, e nella quale egli pose ogni cura, tanto da recarsi personalmente a raccogliere testimonianze nei luoghi stessi dove Pietro di Morrone aveva condotto la sua vita penitente; a tale attività si dedico fino alla morte, avvenuta, secondo la tradizione, nel febbraio del 1308.

La sua memoria fu subito circondata di venerazione, divenendo ben presto oggetto di culto pubblico, confermato ufficialmente da Pio X nel 1911.