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Archivio news:  Concerti d'Organo a pavia

La locandina della manifestazioni in san Pietro in Ciel d'Oro

La locandina della manifestazioni in san Pietro in Ciel d'Oro

 

 

DOMENICHE D'ORGANO

 

Con J. S. Bach e S. Agostino

"Terzo ciclo"

Domenica 4 dicembre 2011, seconda di Avvento

Pavia - Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro

 

 

Comitato Pavia Città di S. Agostino

Associazione Musicale Lingiardi

Organista Maria Cecilia Farina

Organo Lingiardi op. 266 (1913)

 

Dedicato alla memoria di Maria Maresch Mocchi

 

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

 

Due Preludi al corale

Nun komm, der Heiden  Heiland: BWV 661 e BWV 659

 

Fughette per il tempo d'Avvento e di Natale:

Nun komm, der HeidenHeiland BWV 699

Gottes Sohn ist kommen BWV 703

Herr Christ, der einig Gottes Sohn BWV 698

Lob sei dem allmaechtigen Gott BWV 704

Gelobet seist du, Jesu Christ BWV 697

Christum wir sollen loben schon BWV 696

Vom Himmel hoch, da komm ich her BWV 701

Toccata e fuga in Fa (F) magg B WV 540

 

 

L'apertura del concerto è dedicata ad uno dei corali di maggiore pregnanza storica e telogica del tempo forte di Avvento: Nun komm der Heiden Heiland. La melodia e il testo, come abbiamo già avuto modo di sottolineare nello scorso ciclo di Domeniche d'organo, derivano dall'inno ambrosiano Veni Redemptor gentium, citato anche da S. Agostino nel Discorso 372. Riportiamo la prima strofa:

 

Nun komm der Heiden Heiland,

der Jungfrauen Kind erkannt,

des sich wundert alle Welt:

Gott solch Geburt ihm bestellt.

(Testo di Lutero, 1524)

 

Veni redemptor gentium

ostende partum Virginis

miretur omne saeculum:

talis decet partus Deum.

(S. Ambrogio)

 

Vieni ora, redentore dei pagani,

tutto il mondo si meraviglia

riconoscendo il bimbo della Vergine:

Dio le ordina tale nascita.

 

Dopo la consueta intonazione vocale della prima strofa della melodia, vengono presentate due versioni organistiche, entrambe appartenenti al ciclo di 18 corali dell'autografo di Lipsia: BWV 661 e BWV 659. Nel primo caso siamo di fronte ad una pagina in "organo pleno", dove il cantus firmus (cioè la melodia del corale) è affidato ai pedali, mentre il manuale intesse una fitta rete di contrappunto imitato. Nel secondo caso, una delle pagine più celebri e commoventi del Kantor, pervasa da un intimismo quasi romantico, tanto che fu anche trascritta per pianoforte da Ferruccio Busoni. La melodia del corale finemente ornata è affidata alla mano destra, mentre la sinistra esegue un contrappunto tematico a 2 voci ed il Pedale accompagna come un basso continuo. Avevamo già eseguito questa pagina nelle Domeniche d'organo del 2009, ma ci prendiamo la licenza di riproporla oggi per godere ancora una volta della sua abissale profondità e bellezza. Quella bellezza che fece affermare allo scrittore ateo Emil Cioran : "Quando si ascolta Bach, si vede nascere Dio.

La sua opera è generatrice di divinità." Ai due grandi corali di Lipsia fa seguito un gruppo di Fughette "manualiter" ( cioè per solo manuale, senza una parte obbligata di pedale ) su temi di corali dei tempi d'Avvento e di Natale. Nella brevità di queste composizioni, cammei della durata di circa un minuto, sorprendono sempre la profondità di pensiero del Kantor e la scienza del suo contrappunto. Come avviene nei corali "piccoli" della Claveirübung che abbiamo eseguito in un precedente ciclo di Domeniche d'organo, oppure nelle Invenzioni e nelle Sinfonie a 3 voci per clavicembalo, il pensiero musicale subisce una sorta di sublime condensazione.

Il programma si conclude con una delle più monumentali e virtuosistiche opere per organo di Bach: la Toccata e Fuga in Fa maggiore BWV 540. La Toccata, chiamata in alcune fonti Praeludium, consta di ben 438 battute, e secondo Alberto Basso è "una manifestazione gloriosa dello spirito d'improvvisazione", ma un'improvvisazione molto strutturata, che si avvale di un complesso contrappunto canonico e di uno sbalorditivo linguaggio armonico.

Un'opera che all'epoca di Bach dovette fare un effetto sensazionale e quasi scioccante sugli ascoltatori, grazie ai suoi accordi arditi e ai lunghi passaggi di solo Pedale, di virtuosismo e proporzioni sino ad allora sconosciuti. Probabilmente i due brani sono stati composti in momenti e per occasioni diverse e successivamente accostati: la Toccata forse fu scritta per l'organo di Weissenfels, che Bach visitò nel 1712, uno strumento che disponeva di una pedaliera con un'estensione molto grande, di due ottave e mezza. Bach utilizza infatti nella toccata tutta questa estensione, sino al FA della terza ottava, fatto piuttosto raro nella sua produzione organistica. Poiché pedaliere così estese.nel XVIII sec.non erano frequenti, nel Settecento circolarono in Germania adattamenti di quest'opera per una pedaliera di due sole ottave, il più noto dei quali si deve a Johann Lugwig Krebs, allievo di Bach.

Del resto era prassi comune in età barocca "arrangiare" i brani secondo gli strumenti sui quali ci si trovava a suonare. Da qui ho tratto l'idea di eseguire la Toccata sul Lingiardi di S.Pietro in Ciel d'Oro, la cui pedaliera giunge fino al RE della terza ottava, e non al FA, apportando solo le minime modifiche necessarie. La Fuga, di 170 battute, si articola su due temi di diverso carattere: l'uno austero, a note lunghe, in stile "antico" e quasi vocale; l'altro più agile e strumentale. I due soggetti si uniscono nell'ultima parte della Fuga, fino ad una conclusione grandiosa, come spesso avviene nelle composizioni politematiche del Kantor. Il dittico, sebbene forse non concepito come tale, è di grande impatto e perfetta complementarità stilistica.